Legalità e contrasto al Capolarato: la Regione Puglia esporta anche in Calabria la sua "Agorà della Condivisione"

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images Legalità e contrasto al Capolarato: la Regione Puglia esporta anche in Calabria la sua "Agorà della Condivisione"

  09 ottobre 2022 10:56

La Regione Puglia esporta anche in Calabria la sua Agorà della Condivisione, il format pensato per promuovere legalità, sensibilizzare comunità e soggetti attivi della società civile al fenomeno dello sfruttamento lavorativo dei cittadini stranieri nei campi per i quali non si chiede altro che condizioni di lavoro umane, contatti rispettosi della dignità delle persone, paghe oneste.

Sono gli obiettivi del programma Su.pr.Eme. Italia (Sud protagonista nel superamento dell’emergenza in ambito di grave sfruttamento degli stranieri nelle cinque regioni del sud Puglia Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia), il programma finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito dei fondi Amif, con il partenariato del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali – Direzione Generale Immigrazione coadiuvato dalla Regione Puglia, Coordinating Partner, insieme alle Regioni Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia e all’Ispettorato del lavoro, l’Organizzazione Internazionale per le migrazioni e Nova Consorzio Nazionale.

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Un programma che dal suo inizio ad oggi ha seminato progetti e buone pratiche sui territori interessati attivando reali azioni di contrasto al fenomeno dello sfruttamento, progetti di inclusione sociale e di reale integrazione.

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Un percorso a cui la pugliese Agorà della condivisione ha dato il suo contributo riunendo intorno allo stesso tema a Corigliano Rossano istituzioni, scuole, sindacati, associazioni del terzo settore, cittadinanza attiva con un approccio circolare che garantisce parità di sguardo ed un effetto contaminazione che crea reti di inclusione e protezione sociale tra soggetti diversi della stessa comunità. Le percezioni dal basso, rilevate grazie ad un questionario digitale con risultati in tempo reale, messo a punto dal professor Antonio Stasi dell’Università di Foggia che ha coordinato l’Agorà, hanno permesso di raccogliere i bisogni di un campione della comunità di Corigliano Rossano fatto di insegnanti, liberi professionisti, mediatori culturali, studenti, impiegati. Campione che vede nella mancanza di un sistema legale di gestione e reclutamento efficace e di interfaccia diretta la causa principale dello sfruttamento dei braccianti e in politiche più efficaci per la partecipazione dei migranti alla vita dei territori oltre che nel potenziamento dei servizi di supporto le azioni più efficaci per affrontare il fenomeno.

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E se in Puglia ha provato a sensibilizzare le comunità del foggiano, del sud est barese e del salento con la tappa di Nardò, aree ritenute a forte concentrazione di sfruttamento di manodopera straniera, l’Agorà della condivisione a Corigliano Rossano, area appartenente alla Piana di Sibari, ha creato una occasione di dialogo, in occasione della giornata di illustrazione degli esiti del progetto CO.RO.FOR.IN ( Corigliano Rossano For Inclusion) cui Su.pr.Eme. ha dato impulso. Un progetto che ha provato ad intervenire sulle leve più forti che favoriscono il caporalato.

“Con CO.RO.FOR.IN siamo intervenuti – ha detto Valerio Paduano responsabile Area Ricerche Promidea Cooperativa Sociale – sul disagio abitativo, sul sistema dei trasporti della manodopera straniera e delle dotazioni igienico sanitarie. Abbiamo previsto servizi di incontro domanda offerta di case per lavoratori stranieri, di organizzazione della mobilità casa-luogo di lavoro e servizi igienico sanitari nell’insediamento di contrada Boscarello in area Corigliano. Questi progetti, perché diventino motori del cambiamento, hanno bisogno di continuità”. 

Una continuità che non verrà meno con la chiusura di Su.pr.Eme, assicura Riccardo Scordamaglia, Project Manager Consorzio Nova Calabria. “Su.pr.Eme – afferma - ha lavorato per tre anni coinvolgendo comuni, terzo settore realtà sindacali nella pianificazione di servizi. Ora ha la grande opportunità del PNRR che assegna ai comuni già beneficiari degli interventi targati Su.pr.Eme, risorse significative per dare continuità all’infrastruttura materiale e sociale che siamo riuniti a creare su questo territorio e che adesso può trovare pieno sviluppo”. 

In un territorio a forte vocazione agricola come l’area di Corigliano Rossano, dove l’agrumicoltura rappresenta il 50% della produzione con 3870 ettari dedicati e gli uliveti il 24,2% con 1849 ettari utilizzati, viene chiamato in causa anche il sistema agroalimentare così come strutturato oggi come fattore facilitante alcune dinamiche di sfruttamento lavorativo. “Sono tante – afferma Alessandra Corrado docente dell’Università della Calabria – le organizzazioni del mondo rurale e contadino, ma anche i ricercatori, che da anni criticano il modello agroalimentare dominante e le politiche che lo hanno promosso e che continuano a sostenerlo. Non si può solo affidare alle scelte dei consumatori la responsabilità di informarsi su cosa c’è dietro i prodotti che mangiano oltre la sicurezza e la qualità; Ci sono responsabilità più alte, per esempio di chi decide a chi vanno le risorse della Pac,  che sostengono il modello che genera sfruttamento; le responsabilità delle lobbies di agricoltura e industria fino ad arrivare alla GDO. IL tema dllo sfruttamento lavorativo nelle campagne manca di una visione integrata con le politiche agricole. Non può essere un tema connesso solo alle politiche sociali e di welfare. Sarebbe importante – conclude - riflettere su come riorganizzare le filiere garantendo giusto prezzo ai prodotti e condizioni di lavoro rispettose dei diritti”.   

Il Programma Su.Pr.Eme. Italia è finanziato nell’ambito dei fondi AMIF – Emergency Funds (AP2019) della Commissione Europea – DG Migration and Home Affairs. Il partenariato è guidato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione Generale Immigrazione (Lead partner) coadiuvato dalla Regione Puglia (Coordinating Partner) insieme alle Regioni Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia e l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, l‘Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e Nova Consorzio Nazionale per l’innovazione sociale.

 

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