di DOMENICO LANCIANO
Caro Tito, nell’imminente domenica 8 e lunedì 9 giugno ci aspetta un altro importante appuntamento con le urne: il referendum che ci chiede se abrogare o meno cinque quesiti assai strategici per la vita civile, politica ed economica italiana. Quattro riguardano il lavoro ed uno la cittadinanza. Poiché i temi sono i medesimi su tutto il territorio nazionale, possono votare pure gli elettori fuori sede senza bisogno di tornare nei luoghi di residenza (e questo è un bel vantaggio, che ai miei tempi non c’era, sebbene ripetutamente richiesto poiché è anche una questione di maggior giustizia socio-elettorale). E’ risaputo ormai fin dal 01 gennaio 1948 (data di entrata in vigore della nostra Costituzione) che il voto è un diritto-dovere, per cui bisogna esercitarlo assolutamente … altrimenti coloro che sono contro la Costituzione possono pensare che chi rinuncia a tale diritto-dovere è disposto a rinunciare ad altri diritti essenziali di democrazia. Quindi, bisogna pensarci almeno due volte a rinunciare ad uno dei pilastri del nostro sistema democratico, nato dopo una tremenda dittatura … dittatura che è sempre dietro l’angolo, in agguato, pronta a depotenziare e persino ad abolire i diritti conquistati con grandi lotte sociali. Andare a votare, assolutamente! … Lo dobbiamo pure alle generazioni passate che hanno combattuto e alle generazioni future, le quali devono poter godere, se possibile ed auspicabile, ancora di maggiori e migliori diritti di quelli attuali (in parte già decurtati).
Come ho scritto nella << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-405-festeggiamo-insieme-il-mio-50mo-elettorale/ >> nel 2022 ho compiuto cinquanta anni di esercizio del diritto-dovere elettorale, poiché, in pratica, non ho mai saltato una sola consultazione, di qualsiasi genere (spendendo, a volte, parecchi soldi e tempo, pur di raggiungere il mio luogo di residenza per votare da qualsiasi posto mi trovassi in quel momento). Spero di continuare, ancora e sempre, ad assolvere a tale diritto-dovere. Quindi raccomando a chi mi legge a non avere titubanze, ma di recarsi alle urne, pure per adempiere all’articolo 48 della nostra Costituzione: “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è un dovere civico”. Poi, nella cabina elettorale, chiunque può votare secondo coscienza: SI – NO oppure annullare la scheda o lasciarla in bianco (consapevoli, però, che lasciandola bianca, questa si può prestare più facilmente a qualche broglio). Rinnovo, perciò, e fortemente, l’accorata esortazione a recarsi alle urne come già scritto il 28 maggio 2024 in occasione delle Elezioni Europee con << https://www.lanuovacalabria.it/lettera-a-tito-invito-ad-andare-a-votare-alle-elezioni-europee-2024 >>.
Non mi resta che augurare a tutti BUON VOTO. Cordiali saluti a tutti e un grazie a te, caro Tito, per voler pubblicare questa altra lettera (la n. 612) che ha una sua importanza sociale, civile, etica e … costituzionale.
Alla prossima 613. Sempre ricordando coloro che soffrono, non hanno diritti e, in particolare sono sotto le bombe e le armi delle guerre più spietate (come a Gaza, in Ucraina e in tanti altri luoghi del mondo che non hanno riflettori).
Da questa lettera 612 in poi, concludo le mie corrispondenze con l’augurio-esortazione-imperativo: BASTA ARMI – BASTA GUERRE. E BASTA ARMI in assoluto, nemmeno quelle private, che soltanto negli Stati Uniti provocano migliaia di morti ogni anno e ricorrenti stragi persino nelle scuole! Un abbraccio. Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)
ITER-City, martedì 27 maggio 2025 ore 07.12 – Da 57 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore). BASTA ARMI. BASTA GUERRE.
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