di TERESA ALOI
Resta agli arresti domiciliari il capogruppo del Pd in Consiglio Regionale, Sebi Romeo, coinvolto nell’inchiesta “Libro nero” che, a fine luglio, ha portato la Squadra mobile di Reggio Calabria ad eseguire 17 misure cautelari – 12 le ordinanze di custodia in carcere e 5 ai domiciliari – nel corso di una operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia.
Lo ha deciso il Tribunale del Riesame dopo l’udienza discussa il 14 agosto scorso, rigettando l’istanza presentata sia da Romeo che dal maresciallo della Guardia di Finanza in servizio alla Procura generale, Francesco Romeo.
Aveva fatto di tutto, l’ avvocato Natale Polimeni, che, davanti ai giudici del Riesame, aveva argomentato in maniera puntuale e dettagliata, chiedendo la libertà per il suo assistito, ma i giudici hanno ritenuto legittime le intercettazioni captate nel telefono del capogruppo Pd, nonostante, anche in sede di interrogatorio di garanzia, il legale avesse sollevato un’eccezione di inutilizzabilità delle stesse.
Romeo è accusato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio insieme al maresciallo Francesco Romeo: secondo gli inquirenti il maresciallo avrebbe chiesto a Romeo (LEGGI QUI) di far assumere una persona in una locale impresa di trasporti ed autolinee ed in cambio gli prometteva di fornirgli informazioni, coperte da segreto istruttorio, relative a procedimenti pendenti presso la Procura della Repubblica di Reggio Calabria.
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