Tutti i dati del 2019 sul rapporto tra Interruzione volontaria di gravidanza (IVG) e cittadinanza, occupazione, titolo di studio e stato civile, tasso di abortività
13 ottobre 2021 14:17di EDOARDO CORASANITI
Tutti nelle strutture pubbliche: 1727 interruzioni di volontarie di gravidanza (Ivg) in Calabria nel 2019, per un tasso di abortività (per 1000 donne di età 15-49 anni) pari al 4.1%: il più basso d’Italia, che registra una media nazionale del 5.8%. Sono alcuni dei dati contenuti nella Relazione ministeriale 2019 sull’attuazione della legge n.194/1978 (che disciplina l'aborto e concede il diritto all'obiezione di coscienza per il medico) e fanno parte dell'indagine "Mai dati!" presentata domenica durante il Congresso Nazionale dell'Associazione Luca Coscioni, a cura di Chiara Lalli, docente di Storia della Medicina, e Sonia Montegiove, informatica e giornalista.
Dalla relazione emerge che le sedi ospedaliere (con reparti di ginecologia o ostetricia) che in Calabria effettuano interruzione di gravidanza sono 9 su 18. In pratica, in una struttura sue due l’aborto è negato. Un problema per l’accesso ad un diritto sudato, conquistato e osteggiato. Il dato è inferiore anche al 2018, quando nel 58% delle strutture erano consentito effettuare l’aborto: su 14 sedi, 8 non consentivano l’interruzione. L’eco si fa sentire anche nella lettura delle slides sulle obiezioni. Come anticipato nella prima puntata dell’inchiesta, il 69.99% dei ginecologi calabresi è obiettore di coscienza, mentre gli anestesisti sfondano quota 77,1%. Rapportati con le altre regioni, ancora più alti i numeri per il personale non medico: 68.01%,
L'INCHIESTA/1. Aborto, in Calabria il 70% dei ginecologi è obiettore. Va peggio con anestesisti e personale non medico: i numeri
Il dato delle Ivg in Calabria non è mai stato così basso: nel 2018 sono stati 1887, nel 2017 si registravano 1991 casi, nel 2016 erano 2058. Un trend in continua diminuzione e con un picco di 5228 toccate nel 1983. In pendant anche la discesa a livello nazionale: per il Ministero della Salute è segno che la prevenzione funziona.
IVG ed età. Nel 2019 il 2.1% è al di sotto dei vent’anni, 5.1% tra i 20 e i 24 anni, 5.8% tra i 25 e i 29 anni; 6.4% tra i 30 e i 34 anni; 6.5% tra i 34 e i 39 anni; 3% tra i 40 e 44 anni; 0.4 dopo i 45 anni
IVG e stato civile. Le nubili ad aver interrotto volontariamente la gravidanza rappresentano il 47.6% (801 donne), mentre il 45.8% (772) sono coniugate. Il 6.3% (106) sono separate o divorziate.
Ivg e titolo di studio. Su 1727 in totale nel 2019, 123 donne (7.4%) non posseggono nessun titolo o la licenza elementare; 529 (31.7%) hanno la licenza media inferiore, mentre 768 donne (46%) la licenza media superiore. Duecentouno (15%) sono laureate. In 56 invece sono sfuggite a questo calcolo.
Ivg e occupazione. I dati arrivano anche per l’occupazione: 541 lavorano (32.1%), 545 sono disoccupate (32.4%). E se 28 sono in cerca di prima occupazione (1.7%), 409 sono casalinghe (24.3%). Le studentesse che hanno scelto di abortire sono 156 (9.3%). Il resto è descritto come “altra condizione”.
Ivg e cittadinanza. La relazione ministeriale del 2019 fornisce anche i numeri sulla cittadinanza delle donne che nel 2019 hanno interrotto la gravidanza in Calabria: 1392 sono italiane, 164 provengono dell’Europa dell’Est, 86 dall’Africa, 12 dall’America del sud, 32 dall’Asia, 12 America del centro sud, 1 America nord
Consultori. Il numero di consultori pubblici in Calabria, al 2019, è di 63: 1,5 strutture ogni 10mila donne tra i 15 e i 49 anni. La media del sud è di 1.4, mentre quella nazionale è di 1.6.
Cosa cambia dal 2020. Da agosto 2020 consente di effettuare anche in Italia l’IVG con metodo farmacologico fino a 9 settimane compiute di età gestazionale in regime di day hospital o presso strutture ambulatoriali pubbliche adeguatamente attrezzate, funzionalmente collegate all’ospedale e autorizzate dalle Regioni, nonché presso i consultori familiari.
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