di GIORGIA RIZZO
Link lancia l'allarme. La crisi economica causata dalla pandemia colpirà gli studenti. Molti dei quali potrebbero abbandonare l'università perché non più in grado di sostenere i costi degli studi. Per questo il coordinamento studentesco propone un sostegno maggiore da parte delle università della regione a garanzia del diritto allo studio. A cominciare dall'estensione della No Tax Area fino a un’Isee di 23.000 euro per gli studenti dell'Università della Calabria e dell'Università Magna Graecia di Catanzaro.
"Secondo dati Istat, solo nel primo trimestre del 2020 il PIL italiano ha registrato un -4,7% - si legge nel comunicato firmato da Link Unical e Link UMG - Non sono rassicuranti le previsioni nemmeno per quanto riguarda il secondo trimestre. Ormai è chiaro che l’emergenza Covid-19 determinerà una crisi economica e sociale di proporzioni catastrofiche. Per tanti e tante è già una realtà: milioni di italiani e italiane hanno subito una forte contrazione del reddito: c’è chi ha perso il lavoro nonostante il blocco dei licenziamenti (che comunque, ad oggi, rimane in vigore fino al 17 agosto. E dopo?) magari perché costretto/a a lavorare in nero e senza tutele sindacali, c’è chi non ha ancora visto i soldi della cassa integrazione né i 600 euro promessi come reddito di quarantena (oltretutto, pochi spicci) e c’è chi aveva una piccola attività commerciale e non sa se alzerà di nuovo la saracinesca".
"Questo significa - spiega Link - che l’anno prossimo probabilmente non vedremo più in università numerosi/e colleghi/e di corso (auspicando che ci siano le condizioni per una didattica in presenza eh!), perché, in un contesto in cui l’istruzione non è garantita gratuitamente a tutti e a tutte, chi non hai i soldi perde il diritto di costruirsi il futuro che sogna e per cui si sente tagliato/a".
"Di fronte a ciò - rilanciano - non possiamo rimanere indifferenti e impassibili. Chiediamo perciò all’Università della Calabria e all’Università Magna Graecia l’allargamento della No Tax Area fino a un’Isee di 23.000 euro. Vogliamo che i soldi presenti in bilancio siano usati tutti dall’Ateneo per non escludere da un loro diritto i figli e le figlie di questa terra".
"Inoltre, - conclude la nota - questa pandemia ci ha insegnato che abbiamo bisogno di un maggior numero di medici, infermieri e infermiere, scienziati e scienziate, insegnanti, ma anche filosofi, cooperatori sociali, economisti e in genere teste pensanti. Ne abbiamo bisogno in maggior numero se vogliamo rinnovare il sistema Italia e costruire un Paese in grado di rispondere meglio alle sfide che il presente ci mette davanti. L’Italia è il paese Ocse con il minor numero di laureati in proporzione alla popolazione, peggio fa solo il Messico".
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