Liste d'attesa "privatizzate" alla 'Dulbecco', ecco come si è difeso il prof Scorcia

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  07 luglio 2025 17:00

di TERESA ALOI

Ha risposto a tutte le domande del gip Chiara Esposito.  Assistito dai suoi legali di fiducia, Francesco Gambardella e Andrea Carnevali, Vincenzo Scorcia, docente presso l'Università Magna Graecia di Catanzaro - Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche attivato assistenzialmente in rapporto di esclusività presso l'azienda universitaria Dulbecco di Catanzaro quale direttore dell'Unita operativa Oculistica, oggi agli arresti domiciliari,  ha fornito la sua versione dei fatti nell'ambito  dell’inchiesta su un presunto sistema strutturato di liste di attesa e  interventi, "privatizzati"  nel Reparto di Oculistica  della Dulbecco, che ha portato  la Guardia di finanza a notificare altri undici avvisi di garanzia.

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Il professore Scorcia si è difeso evidenziando come il costo della somma richiesta dal paziente era comprensivo  de suo onorario e di quello relativo agli esami strumentali necessari e complementari per arrivare ad una prognosi esatta. Con riferimento alle liste di attesa, poi,  non vi è stata alcuna agevolazione, così come ha riferito il docente universitario, in quanto in ottemperanza alle linee guida internazionali le priorità erano diretta conseguenza della gravitò delle patologie.  

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Anche la sua segretaria Maria Battaglia, assistita dall'avvocato Eugenio Perrone  ha fornito durante l’interrogatorio di garanzia, la sua versione dei fatti. Così come si sono difesi dalle accuse la caposala Laura Logozzo difesa dall’avvocato Eugenio Felice Perrone e il dirigente medico Rocco Pietropaolo

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LEGGI QUI LA NOTIZIA DEGLI ARRESTI

LEGGI QUI I DETTAGLI DELL'INCHIESTA

Associazione a delinquere, peculato, concussione, truffa aggravata e interruzione di pubblico servizio  alsità ideologica e autoriciclaggio, le accuse contestate a vario titolo. . 

Nessuna lista di attesa per chi pagava: somme che andavano da 200 in su Per gli inquirenti, il  "sistema" era semplice: dopo l'intervento chirurgico  i pazienti, venivano indirizzati nello studio privato e visitati nuovamente a pagamento. Oppure venivano  contattati  telefonicamente dal personale del reparto di Oculistica per l’espletamento degli accertamenti di rito per la pre-ospedalizzazione, poi ricoverati e nella quasi totalità dei casi, sottoposti personalmente dal professore Scorcia a intervento chirurgico. Un "sistema"   confermato dalle dichiarazioni rese dalle persone informate dei fatti e da diversi pazienti   che hanno esibito anche copie  di documenti  relativo alle prestazioni mediche, 

 Di fatto, il paziente, o anche un suo familiare,   contattava la segretaria Battaglia per prenotare una visita oculistica specialistica con il prof. Scorcia. "Assoluta urgenza" o "necessità di essere operati": così  l paziente veniva "dirottato" verso l'intervento.  E così, dopo aver pagato - a secondo dell'intervento e della prestazione- , il nominativo del paziente privato veniva  girato allo studio del Reparto di Oculistica per il successivo inserimento nelle “Agende di prenotazione” e nelle liste operatorie. Condotte che per il gip  avrebbe determinato "un ingiusto profitto a vantaggio degli indagati con pari danno per i pazienti stessi". Determinanti,  per ricostruire il "sistema" le dichiarazioni  dei pazienti ma anche dei loro familiari  che avrebbero riferito, "in maniera dettagliata le modalità di fissazione degli appuntamenti - come scriveva il gip nell'ordinanza- le somme di denaro versato, lo svolgimento degli interventi presso l'ospedale e le successive viste private".  

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