L’acqua torrenziale degli ultimi giorni abbattutasi sulla costa jonica della Calabria settentrionale ha devastato le colture della Sibaritide. Non ci sono stati danni alle strutture, ma gli agrumi e le olive hanno risentito del repentino sbalzo idrico, considerata la lunga siccità iniziata nella scorsa primavera (per la quale si è sopperito con l’irrigazione del Consorzio di bonifica). L’allarme viene lanciato da Coldiretti Rossano: le olive, che si presentavano già piccole e raggrinzite, con il forte vento e la pioggia sono cadute e sono state trascinate al mare; le clementine, ricevendo un esubero di acqua in pochi giorni, si sono gonfiate esageratamente e di conseguenza la buccia si è macchiata, rendendo il frutto inadeguato al consumo. Il fenomeno, noto come water spot, ha già compromesso il 40% della produzione.
A questo scenario, si aggiunge la situazione idrogeologica del territorio preoccupante. Nei torrenti della zona, persistono le condizioni di pericolo che contribuirono a causare l'alluvione del 2015: alcuni torrenti, Acqua del Fico e Acqua del Fico 2, in parte il Fellino e il Citrea, a monte presentano nel letto detriti di varia natura, soprattutto causati dallo sgretolamento dei costoni. In prossimità degli sbocchi della foce nel mare, si riempiono di detriti che arrivano a valle alle prime piogge e che attualmente sono in fase di sgombero da parte del Consorzio di bonifica.
La siccità ha colpito anche il settore bovino. Le scorte che ogni allevatore fa durante la primavera per l'inverno, a causa della scarsità di erba, è costretto a utilizzarle prima del tempo. Se non si formeranno foraggi freschi, il costo per gli allevatori crescerà notevolmente, a causa del trasporto dei foraggi nelle zone di montagne dove pascolano gli animali.
L’appello del presidente di zona Coldiretti Rossano, Antonino Fonsi, è quello di ottenere lo stato di calamità naturale, la moratoria dei debiti in corso dei produttori e un fondo di garanzia per la ristrutturazione della massa debitoria accumulata con un ammortamento a 30 anni e un pre-ammortamento di 5 anni. Inoltre, il piano agrumicolo nazionale, che tarda ad arrivare nonostante le lunghe trattative in corso, consentirebbe la diversificazione e il prolungamento temporale delle produzioni. Ottenerlo prima possibile è l’ambizione di Coldiretti.
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