Bene ha fatto Francesco Sapia a chiedere chiarezza sull'elenco degli idonei alla carica di direttore sanitario della Regione Calabria. Sarebbe opportuno, tuttavia, che il deputato pretendesse la stessa chiarezza e la stessa trasparenza anche dal suo Movimento, a cui si deve la paternità dello sciagurato Decreto Calabria". E' quanto afferma, in una nota, il senatore di Forza Italia Giuseppe Mangialavori. "Sono ormai passati più di tre mesi - prosegue il parlamentare - dal varo di un provvedimento che, nelle intenzioni dei suoi proponenti, avrebbe dovuto rivoluzionare la sanità calabrese e assicurare cure e servizi dignitosi per tutti. La realtà è che quel Decreto, su cui il M5S, soprattutto al Sud, ha basato buona parte della sua propaganda politica, ha provocato solo disastri e peggiorato una situazione già drammatica. Basti pensare ai posti direttivi nelle aziende, molti dei quali ancora scoperti per motivi mai del tutto chiariti, con il risultato di aver lasciato senza guida enti di coordinamento di fondamentale importanza per garantire il diritto alla salute dei cittadini. Per non parlare del blocco del turnover, che ha di fatto svuotato corsie e reparti di tutta la regione, o della crisi legata alla scadenza dei contratti di centinaia e centinaia di precari".
"Va inoltre sottolineato - sostiene ancora Mangialavori - il paradosso di un Movimento che continua a sparare ad alzo zero contro un presidente di Regione che, formalmente, è ancora membro di quel Pd alleato di governo dei pentastellati. Sarebbe dunque il caso che Sapia, e con lui tutto il M5S, oltre ad attaccare la fallimentare azione governativa della giunta Oliverio, rivolgesse le sue attenzioni al governo Conte, di cui il Movimento è azionista di maggioranza, affinché si metta mano una buona volta al Decreto Calabria, al fine di modificare tutte quelle norme che stanno paralizzando e mortificando la sanità regionale. I parlamentari pentastellati hanno il dovere morale e politico di correggere i loro errori e di impegnarsi per fare uscire la Calabria da questa emergenza, purtroppo aggravata dalle loro tremende misure 'salvifiche'".
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