L’amministrazione comunale valuti ogni iniziativa utile da intraprendere in tempi brevi per chiedere la verifica della legittimità di tutti gli atti prodotti finora che hanno dato il via libera all’istituzione della seconda facoltà di medicina a Cosenza. E’ la proposta che il vicesindaco Giusi Iemma ha inteso condividere con l’obiettivo di contestare giuridicamente i provvedimenti con cui sono state di recente disciplinate anche le attività da avviare all’interno dell’Ospedale Annunziata di Cosenza.
“La firma apposta sul protocollo d’intesa tra Regione e Unical ha assunto la forma di un vero e proprio blitz di cui sono contestabili le basi sul piano formale e giuridico”, afferma Iemma. “Nell’accordo si parla espressamente di costituzione delle scuole di specializzazione e delle unità operative dell’Annunziata che saranno a direzione universitaria, ma la trasformazione dello stesso ospedale in policlinico universitario sembrerebbe non rispettare il dettato del d.lgs 517/99 che regolamenta i rapporti tra Sistema sanitario nazionale e Università. Un provvedimento che, tra l’altro, è privo del visto e del parere favorevole da parte del Governo e che è scandito da un’evidente frettolosità, dal momento che le attività contemplate dall’accordo avrebbero bisogno di essere regolamentate solo nell’ipotesi in cui il corso di laurea a Cosenza dovesse essere realmente autorizzato e accreditato. L’amministrazione comunale di Catanzaro non può che contestare tutti i provvedimenti assunti finora su questo argomento, con la volontà di tutelare il corretto equilibrio del sistema universitario e delle attività assistenziali nel contesto regionale, al di là di ogni logica campanilistica, guardando al rafforzamento delle facoltà già esistenti e alla diversificazione dell’offerta formativa”.
“A tal fine – conclude il vicesindaco - si ribadisce al Presidente Occhiuto la necessità di consumare tutti i passaggi ritenuti indispensabili, compresa la firma del protocollo d’intesa, per la costituzione dell’azienda unica “Dulbecco”, questione cruciale da cui passa il futuro del sistema sanitario catanzarese e dell’area centrale della Calabria”.
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