“Il silenzio generale e le poche reazioni istituzionali a seguito dell’attivazione del nuovo corso di laurea in medicina a Cosenza rappresentano lo specchio di una classe dirigente catanzarese che oggi appare sempre meno forte e autorevole. Proprio questo livellamento verso il basso, protrattosi nel corso degli anni, ha contribuito a far sì che vicende come quella di medicina venissero bollate come “sciocchezze” facendo trapelare un’approssimazione davvero preoccupante. Dal sindaco Abramo ci saremmo aspettati delle dichiarazioni di ben altro tipo, anche per rassicurare una comunità che, da più parti, si è sentita ferita dopo il “blitz” dell’assessore Savaglio riuscita, con un’azione tuttaltro che ordinaria in questa legislatura regionale monca, ad esportare nella sua Cosenza un pezzo dell’Umg", così il consigliere comunale Eugenio Riccio riguardo le dichiarazione fatte oggi dal sindaco di Catanzaro Sergio Abramo.
"Se è vero -prosegue il consigliere", come dicono le carte, che di questa novità formativa si era a conoscenza da tempo, allora perché non si è avviato un confronto preliminare con tutte le parti istituzionali? Perché sono stati tutti zitti, compresi i rappresentanti degli ordini professionali? Sarà pure vero che per ora cambierà poco, ma di fatto questo nuovo corso di laurea interateneo darà nel tempo l’assist all’Unical di prendere sempre più terreno, a svantaggio di Catanzaro, magari con la costruzione di un nuovo ospedale hub come auspicato da quanti hanno tessuto le lodi di questa operazione. Perché sindaco e rettore non hanno pensato di controproporre, che ne so, un corso di Ingegneria, Agraria o Lettere a Catanzaro? Perché, piuttosto, non battersi per rafforzare e valorizzare la facoltà di Ingegneria biomedica da anni attiva all’Umg? Avremmo voluto parlare di tutto questo in Consiglio comunale, se fosse stata discussa la risoluzione presentata invano da un gruppo di consiglieri lo scorso 28 dicembre".
Ha concluso: "Insomma, la verità è che si cerca in tutti i modi di togliere al Capoluogo le prerogative che gli spettano, facendo del campanilismo uno strumento da utilizzare al contrario e a proprio piacimento. Nell’inerzia e nella bambagia, abbiamo già assistito impotenti alle vicende Scuola della magistratura, Agenzia delle Dogane, Soprintendenza, non sono mancati persino i frati cappuccini! Se la politica è sorda e muta, a resistere è solo lo zoccolo duro dell’associazionismo locale che si è forgiato sulle umiliazioni e che rappresenta la memoria storica di un città in declino. Bisogna dire basta alle decisioni assunte da pochi sulla pelle di tanti e tirare fuori con orgoglio un impegno civico che a Catanzaro si è ormai sopito".
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