Mega investimento privato e terreni da acquistare, i dubbi sul progetto faraonico del Waterfront di Lamezia

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Conferenza Progetto Waterfront Lamezia Terme
  06 agosto 2019 16:19

di GABRIELE RUBINO

Un progetto faraonico, forse anche troppo. Per il momento, il Waterfront e il porto turistico di Lamezia Terme è solo sulla carta. Oggi, in Cittadella, è stata presentata l’idea di fondo su come rigenerare l’ex area industriale ma la firma del protocollo d’intesa fra gli enti pubblici interessati è, abbastanza a sorpresa, slittata a dopo la pausa estiva proprio quando tutti avevano la penna in mano. Circolano voci di un mega finanziamento da circa 600 milioni di euro di soggetti privati. Francamente pare più una suggestione che altro, anche se la cifra è scritta nelle carte ufficiali presentate al pubblico. L’aspetto finanziario è stato tenuto sottotraccia, “è importante che si sia parlato dello sviluppo di Lamezia” ha detto l’assessore all’urbanistica Franco Rossi che ha avuto una specifica delega presidenziale sul dossier. “A Lamezia manca solo l’accesso al mare” ha aggiunto il presidente Oliverio che ha parlato di un’iniziativa comunque importante. Meglio la suggestione del confronto, dunque.

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IL DERBY CON ABRAMO E I SOSPSETTI SU TERRENI GIA’ ACQUISTATI- A frenare gli entusiasmi regionali, e quelli di Leopoldo Chieffallo, in rappresentanza della partecipata Lamezia Europa, ci ha pensato Sergio Abramo, presente come presidente della Provincia. Abramo ha invitato a rallentare sulla firma del protocollo “perché non solo sono dubbioso sul fatto che un privato investa tanto, ma se avverrà certo non mi opporrò ma - ha aggiunto- perché è bene che si preveda che i terreni siano acquistati soltanto se si realizzerà l’operazione”. Circola il sospetto che Lamezia Europa abbia già pagato un sostanzioso acconto per comprare un terreno ricadente nel progetto, per un valore complessivo di 700 mila euro. Oliverio ha ribattuto: “Partiamo da quello che c’è, non bisogna fare acquisizioni”. Resta il fatto che la firma è slittata. Inoltre Abramo ha suggerito di farsi aiutare da Invitalia, come avverrà per i contratti istituzionali di sviluppo, raccogliendo il sostegno dei sindacati.

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I NUMERI FARAONICI DEL PROTOCOLLO, CON TEMPI CERTI- Si diceva del progetto. Nelle carte sono previsti “investimenti tutti privati per circa 600 milioni di euro e 2 mila occupati a regime” e altri mille con l’indotto diretto. Gli enti pubblici interessati sono: Regione, Provincia di Catanzaro, Comune di Lamezia, Lamezia Europa, Corap e Anas. Le fondamenta del progetto sono la riqualificazione di circa 2,5 km, vista mare, ad oggi degradati e l’implementazione del porto fino consentire una capienza di 2.500 imbarcazioni (oggi il piano regionale ne assegna 450). Il programma include la rivitalizzazione dell’area ex Sir con annessi collegamenti viari. L’area peraltro è in prossimità del perimetro della Zes lametina, una fascia di territorio sottoposto ad un regime fiscale e normativo di favore. La Zes, si legge nel preambolo del protocollo, coinvolge 86 imprese già insediate e 351ettari nell’area industriale e 25,70 ettari dell’area dell’aeroporto. Il protocollo prevede l’utilizzo dello strumento del project financing. Entro la fine di dicembre di quest’anno gli operatori privati interessati deovranno presentare un primo studio di fattibilità tecnica ed economica (progetto preliminare).

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