Il caporale aveva il compito di trasportare, alle prime ore del mattino, la manodopera sui campi a bordo di un furgone per poi ricondurla all'interno della masseria nel tardo pomeriggio. Gli stranieri, secondo quanto ricostruito dalla Polizia, venivano fatti alloggiare nella masseria in due stanzoni al cui interno erano ammassate brandine e materassi; disponevano di servizi igienici comuni all'aperto collocati nelle immediate vicinanze di un fienile e si servivano di un garage adibito a cucina, dove si districavano tra bombole di gas e fornelli, con seri rischi anche per la propria incolumità.
Le condizioni igienico-sanitarie sono apparse così precarie ai poliziotti che, nel corso delle indagini, hanno richiesto l'intervento dell'Asp di Reggio Calabria. Nella struttura viveva anche il caporale del Burkina Faso, ma in una stanza autonoma in cui abitava con la moglie. In tal modo poteva reclutare prontamente, su richiesta giornaliera del datore di lavoro, il numero di operai necessari. Nella struttura, al momento dell'intervento per il sequestro, sono stati trovati 4 stranieri (tre del Mali e uno del Burkina Faso) che sono stati ospitati nella nuova tendopoli nella zona Industriale di San Ferdinando.
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