"Ci uniamo alle espressioni di solidarietà al magistrato Marisa Manzini, baluardo di giustizia e della lotta alla ‘ndrangheta".
Il Segretario provinciale Generale del Siulp Gianfranco Morabito parla di "sgomenti alla notizia che il valoroso magistrato sia stato oggetto di minacce da parte di un noto esponente della malavita organizzata che la D.ssa Manzini ha perseguito nel corso della sua esperienza professionale presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Non è ammissibile che a distanza di anni un magistrato di “frontiera”, così come purtroppo accade a tanti Operatori di Polizia che si sono frapposti ad ogni forma di criminalità quali avamposti di uno stato di diritto, possa subire ripercussioni per aver degnamente rappresentato lo Stato. “La mafia non dimentica” era uno degli “avvisi” che hanno contraddistinto un periodo storico, quello della lotta a Cosa Nostra, che, purtroppo, è sempre attuale. Così come sempre attuale è la lotta alla ‘ndrangheta e la sua pericolosità".
"Non è concepibile ed accettabile che velate od espresse minacce possano ancora oggi condizionare l’esistenza della maggioranza delle persone oneste e perbene e tantomeno di quei “Servitori” che hanno sacrificato gran parte del loro impegno per il ripristino di forme di legalità. Auspichiamo che la società civile possa ribellarsi a questo stato di cose anche attraverso espressioni di vicinanza a quanti spendono la propria esperienza professionale a difesa delle libertà civili. Non bisogna creare degli “eroi”, ma bisogna riconoscere il valore dell’impegno, così come lo ha dimostrato la D.ssa Manzini che, da non calabrese, si è calata nel nostro mondo rilevandone la grande qualità, impegnandosi ad assicurare alla giustizia ed alle patrie galere chi l’ha violentemente deturpata. I risultati conseguiti dalla D.ssa Manzini nell’area del vibonese, sono il segno della positività del suo lavoro che ha ridato speranza e certezze ad una popolazione oppressa dall’invadenza malavitosa. Il nostro sostegno, come Sindacato dei Poliziotti e come struttura di rappresentanza di tanti Colleghi impegnati in ogni contesto di illegalità, non è una rituale occasione, bensì è la nostra intima convinzione che non bisogna mai abbassare la guardia, non bisogna mai perdere consapevolezza della forza del “nemico”. Ci auguriamo che la stessa attenzione venga rivolta da parte di chi è preposto a garantire un livello di sicurezza al Paese e dia serenità a chi opera in “trincea”. Il livello di sicurezza che deve essere garantito alla D.ssa Manzini ed a tutti coloro che sono impegnati nella lotta al crimine organizzato deve essere massimale per consentire quella serenità esistenziale che dia loro la forza di continuare nel loro impegno. Come la mafia siciliana anche la ‘ndrangheta calabrese “non dimentica”. Non bisogna dimenticarlo mai".
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