di GABRIELE RUBINO
Il Consiglio regionale ha approvato la legge che porta all’istituzione di ‘Azienda Zero’. Quella che il presidente Roberto Occhiuto definisce da giorni “il nuovo cervello della sanità calabrese”. Più che zero, forse sarebbe più corretto definirla ‘azienda dieci’. Infatti, la nuova entità piuttosto che restringere le funzioni delle cinque Asp e delle quattro aziende ospedaliere ‘commissaria’ (ulteriormente) il dipartimento regionale ‘Tutela della Salute’. Non ci sarà nessuna cancellazione di Asp o aziende ospedaliere, piuttosto servirà a coordinarle su alcune attività in quelle in cui 'l'assessorato' è mancato. I precedenti ci sono, come ricordato dal presidente Occhiuto: "In Veneto e in Lazio". Che andrà bene poi si vedrà. Occhiuto ci teneva tanto da dire che, mutuando il Parlamento, avrebbe posto la questione di fiducia. Respinta la proposta arrivata dal Partito democratico di rinviare l'esame delle legge.
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Il testo del provvedimento prevede appunto che ‘Azienda zero’ diventerà il nuovo dominus della Gestione Sanitaria accentrata, uno dei punti dolenti degli ultimi anni fra bilancio consolidato non approvato, risorse non trasferite e sopravvenienze passive nascoste come quella maxi del debito monstre dell’Aou Mater Domini per il crac di Fondazione Campanella e apparso solo nell'ultimo esercizio. Oltre a questo aspetto contabile (di competenza del dipartimento regionale), Azienda zero si occuperà delle procedure di selezione del personale di Asp e aziende ospedaliere e della centralizzazione degli acquisti (ad oggi in mano alla Stazione unica appaltante regionale). Per non farsi mancare nulla, ci sarà anche la funzione di Organismo Tecnicamente Accreditante, cioè l’organismo che si occupa di autorizzazioni e accreditamenti delle strutture private. (LEGGI QUI I DETTAGLI). Si stima che il ‘costo’ dell’operazione sia di 700 mila euro all’anno, da recuperare dal fondo destinato alla sanità calabrese per la gestione delle stesse funzioni.
Il presidente Roberto Occhiuto prima della votazione del provvedimento in Consiglio regionale ha detto che serve a "mettere un altro strumento nella cassetta degli attrezzi". Poi ha precisato che "non sarà un’azienda immediatamente operativa". Non è casuale perché comunque sarà necessaria almeno un successivo passaggio nella Giunta regionale. Amalia Bruni (Gruppo Misto) ha messo in dubbio che la legge la passi liscia dal controllo governativo, ossia ha adombrato la possibilità che il Governo possa impugnare le norme perché appunto adottate in Consiglio regionale e non direttamente dal commissario ad acta. Lo stesso Occhiuto si è detto invece piuttosto sicuro che ciò non avverrà. Dopo parecchi interventi, ha precisato che la sede sarà a Catanzaro "prossima agli uffici del dipartimento Sanità".
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