di TERESA ALOI
Astuto e "incurante delle regole" con "una spiccata propensione a manipolare le aziende fittiziamente intestate nei modi più svariati".
Così, il giudice per le indagini preliminari Valeria Isabella Valenzi definisce Giuseppe Lobello finito in carcere stamattina nell'ambito della inchiesta denominata "Coccodrillo" che ha svelato intrecci tra 'ndrangheta e appalti.
Lui, per gli inquirenti "il più attivo della famiglia Lobello nel campo delle intestazioni fittizie e dell'autoriciclaggio del denaro, mantenendo assidui (se non quotidiani) contatti con tutti i ragionieri e gli intestatati fittizi. Egli è infatti risultato essere il soggetto che tiene le redini delle imprese fraudolentemente attribuite a terzi, facendo le veci dell'anziano padre nei rapporti con loro. Giuseppe Lobello ha infatti dato prova di una personalità spregiudicata e prevaricatrice, accentrando su di sé la gestione delle società A lui infatti, sia intestatati fittizi che ragionieri si rivolgevano abitualmente per ottenere direttive e nullaosta".
A "inquadrare" la figura di Giuseppe Lobello ci pensano anche le dichiarazioni, tra le altre, del collaboratori di giustizia, Santo Mirarchi , che, nel corso dei vari interrogatori, parla "diffusamente di Giuseppe Lobello, "accusandolo di aver fatto da tramite tra l'imprenditoria locale egli esponenti della cosca Arena operante in Isola di Capo Rizzuto raccogliendo per loro conto i proventi delle estorsioni e consegnandoglieli presso il solito posto, ossia presso il villaggio turistico in località Simeri Mare". Ed è sempre lui a definire Giuseppe Lobello "come uno storico, cioè è stato sempre degli Arena da tanti anni; lo sanno tutti. Quindi dove c'è Lobello nessuno deve andare perché é loro, non si tocca la, proprio di proprietà è loro".
Lui, punto di riferimento per la cosca Arena, " un imprenditore 'intoccabile' seppur tenuto a corrispondere somme di danaro alla cosca isolitana". Lui, già coinvolto nel procedimento penale denominato "Mafia e appalti a Catanzaro" che aveva ad oggetto "l'approfondimento investigativo dei legami esistenti tra alcuni gruppi imprenditoriali, prevalentemente operanti nel settore edilizio e movimento terra, legati direttamente e/o indirettamente ai contesti malavitosi di maggior spessore criminale, e alcune istituzioni politiche del comprensorio territoriale Catanzarese".
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