di PAOLO CRISTOFARO
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'Interno Piantedosi, ha deciso per lo scioglimento del comune laziale di Anzio e di quello calabrese di Cosoleto, nel Reggino, per infiltrazioni della criminalità organizzata, in particolar modo della 'Ndrangheta. La decisione era attesa per la giornata di ieri. "In considerazione delle accertate forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che compromettono la libera determinazione e l’imparzialità dell’amministrazione, nonché il buon andamento e il funzionamento dei servizi", riporta la nota del Cdm. Lo scioglimento comporterà una gestione commissariale di 18 mesi sia per Anzio che per Cosoleto. Già a giugno scorso era stato deciso lo scioglimento anche di Nettuno, nel Lazio.
La rete della 'Ndrangheta continua ad espandersi nello stivale. Nell'occhio del ciclone Anzio era finito dopo alcune inchieste partite a inizio anno, che potrebbero portare a capi d'imputazione per ben 66 persone, secondo i Pm legate a vario titolo alle famiglie criminali calabresi, in particolare di Guardavalle, nel Catanzarese, ma anche di Santa Cristina d'Aspromonte, nel Reggino.
Clan che si sono espansi nel centro-Italia, come testimoniato ormai dalla cronaca degli ultimi anni. L'intento delle famiglie mafiose sarebbe stato infatti quello di puntare ai rapporti con le pubbliche amministrazioni, riuscendo a mettere le mani sui appalti pubblici comunali e sulla gestione dei rifiuti. ''Siamo un bel gruppo, ma più arrivi sopra meglio è'', dicevano in un'intercettazione captata dagli investigatori alcuni degli esponenti della 'Ndrangheta laziale.
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