L'azienda ha cercato di discolparsi disconoscendo i legami "pericolosi" contestati dagli organi inquirenti
24 giugno 2020 18:54di PAOLO CRISTOFARO
UN GIRO DI APPALTI PER MILIONI DI EURO. Una ordinanza del Consiglio di Stato (presidente: Franco Frattini; estensore: Solveig Cogliani) ha ribaltato la decisione del Tar della Calabria di annullamento di un'interdittiva antimafia per 'Ndrangheta ad un'azienda legata ad un ampio giro di appalti, non solo in Calabria, ma anche in altre regioni d'Italia. L'impresa edile era impegnata, prima dell'allontanamento, nei lavori di valorizzazione e rigenerazione urbana delle periferie, appaltati dal Comune di Cosenza. Ma non solo. Aveva ottenuto dal Comune di Altomonte i lavori di adeguamento sismico della scuola elementare, dal Comune di Saracena quelli per il miglioramento sismico del Municipio, dal Comune di Firmo quelli per la pubblica illuminazione e dal Comune di Montalto i lavori per l'ampiamento della scuola dell'infanzia. Nella sentenza compaiono anche il Comune di Rose e quello di Cassano allo Ionio. I giudici del Consiglio di Stato hanno accolto l'istanza cautelare del Ministero dell'Interno e della Prefettura di Cosenza per l'annullamento del Tar.
'NDRANGHETA E APPALTI PER LA RICOSTRUZIONE POST-SISMA IN ABRUZZO ED EMILIA. Nell'ordinanza emessa dal Consiglio di Stato vengono menzionate alcune note prodotte dalla DIA di Catanzaro, dai Carabinieri, dalle Prefetture di Cosenza, Parma e Bologna, dalla Questura di Pescara e dalla Seconda Sezione Operativa della DIA di Bologna. I rilievi prodotti, separatamente, dalle unità menzionate, avrebbero rilevato, stando a quando asserito dal Ministero, con l'ausilio di intercettazioni telefoniche, rapporti con le cosche di 'Ndrangheta. Gli inquirenti della Prefettura di Parma "rilevavano l'intento di affiliarsi al OMISSIS in modo da poter partecipare ai lavori pubblici in vista dell'imminente stanziamento di fondi destinati alle scuole, nonché in vista dell'aggiudicazione dei lavori post-sisma in Emilia Romagna". Ma non solo.
Sarebbero stati rilevati interessi comuni, rispetto ad alcune gare, con "elementi di spicco della 'Ndrangheta". Vi sarebbe una plurima e continuata interrelazione con imprese interessate da interdittive antimafia e contatti con imprenditori, comunque, coinvolti in operazioni di polizia incentrate sulla lotta all'infiltrazione della mafia nella vita economica del Paese. L'istruttoria avrebbe messo in evidenza anche "una sospetta infiltrazione di una organizzazione criminale calabrese nella ricostruzione post-sisma del 2009, terremoto che colpì ampie aree del territorio abruzzese".
LE GIUSTIFICAZIONE DELL'AZIENDA E I RILIEVI DEL CONSIGLIO DI STATO. L'azienda appellata si sarebbe discolpata disconoscendo i legami contestati con elementi sospetti, ma per il Ministero dell'Interno, la sentenza del Tar della Calabria "sarebbe errata nell'interpretazione parcellizzata dei singoli elementi emersi dalla complessa istruttoria e il depotenziamento di tutti gli elementi concernenti l'infiltrazione della 'Ndrangheta". Per i giudici del Consiglio di Stato, comunque, gli elementi assumono particolare significato e sono indicatori di un concreto pericolo di infiltrazione. Per questo, intanto, hanno accolto l'istanza cautelare del Ministero dell'Interno, sospendendo l'annullamento del Tar e, di fatto, riconfermando l'interdittiva, ma rimandando anche a nuova udienza la trattazione di merito, condannando l'azienda a 4mila euro di spese legali.
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