La Corte d’Appello di Catanzaro -Prima Sezione- in data odierna ha assolto Francesco Cantore, appartenente alla Polizia Penitenziaria ed in Servizio all’epoca dell’arresto presso l’Istituto penitenziario di Catanzaro Siano, con formula piena “perchè il fatto non sussiste”.
Il Cantore, tratto in arresto nel 2017 a seguito del fermo di polizia nella ormai famosa operazione “Jonny” condotta dalla DDA di Catanzaro, su ipotizzati fatti di criminalità organizzata nel territorio di Isola Capo Rizzuto, ha dovuto subire tre lunghi anni di detenzione tra custodia in carcere e detenzione domiciliare. L’accusa che veniva mossa era di concorso esterno in associazione mafiosa per avere veicolato messaggi all’interno del carcere di Siano: accusa che trovava prova, secondo i magistrati della DDA, in diverse intercettazioni ambientali e soprattutto nelle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Santo Mirarchi.
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L’ipotesi accusatoria era stata condivisa in pieno dal Tribunale di Crotone che condannava Cantore Francesco alla pena di 10 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
I difensori del Cantore, Avv. Giuseppe Mario Aloi del Foro Vibo Valentia e Avv. Giuseppe Tortora del Foro di Barcellona Pozzo di Gotto, attraverso una serie di elementi probatori che non erano stati valutati in primo grado, e la corretta lettura degli alcuni elementi di prova raccolti nel corso delle indagini, sono riusciti a dimostrare la completa estraneità del Cantore Francesco alle condotte contestate.
L’attività difensiva ha convinto i Giudici della Corte d’Appello che hanno stravolto la sentenza di primo grado.
Sentito al telefono l’avvocato Giuseppe Mario Aloi ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Quando con i sacrifici del lavoro, con l’intuito e lo studio di migliaia e migliaia di pagine del fascicolo processuale, riesci a restituire l’onore ed il sorriso, hai la conferma che fare ed essere avvocato è la professione più bella del mondo. “La sentenza di oggi riconsegna alla società civile il Cantore Francesco, assistente della Polizia Penitenziaria, servitore scrupoloso dello Stato, che ha sempre osservato le leggi ed i regolamenti”.
La grave accusa, dimostrata totalmente infondata, aveva portato anche alla sospensione dal servizio.
La sentenza di oggi, che avrà come effetto la riabilitazione di Cantore Francesco anche dal punto di vista lavorativo, arriva dopo una sinergica attività difensiva degli avvocati Giuseppe Tortora e Giuseppe Mario Aloi, non cancella però, il dolore, personale e familiare, ed è questo il rammarico dei difensori, per anni di patimenti e mortificazioni che il Cantore ha dovuto suo malgrado subire.
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