di PAOLO CRISTOFARO
Venuto a conoscenza di una presunta estorsione ai danni di un imprenditore cosentino, si sarebbe limitato a tentare di dissuadere gli autori dal commettere il reato. Da lì l'avvio di un'indagine della Dda e la conseguente sospensione subita da parte dell'Arma. Provvedimento che il carabiniere ha tempestivamente impugnato davanti al Tar che, in via cautelare, ne ha accolto il ricorso, sospendendo la sanzione, in attesa di esaminare gli atti del fascicolo a carico del militare. Il 26 febbraio si tornerà così in aula davanti ai giudici amministrativi regionali (presidente: Giancarlo Pennetti; a latere: Francesca Goggiamani e Pierangelo Sorrentino).
Andiamo con ordine. La premessa dalla quale si parte è questa: "Luogotenente all'epoca dei fatti in servizio al Nucleo Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza, nell'anno 2011, avuta cognizione di una richiesta estorsiva di 50mila euro, posta in essere da soggetti appartenenti a sodalizi di 'ndrangheta ai danni di un imprenditore del luogo, ometteva di attuare ogni utile iniziativa finalizzata ad impedire la consumazione del reato, limitandosi a chiedere agli autori, senza risultato, di astenersi dalla condotta illecita".
Con questa motivazione, ad un ufficiale dei carabinieri in servizio a Cosenza, il 21 ottobre 2019 è stata comminata la sanzione della "sospensione disciplinare dall'impiego" per 8 mesi. Con ricorso n°1935/2019, l'ufficiale, difeso dall'avvocato Ferdinando Palumbo, ha fatto ricorso al Tar della Calabria. Nell'ordinanza dello stesso tribunale del 30 gennaio 2020, è specificato che "l'istruttoria del disciplinare è avvenuta con acquisizione degli atti dell'indagine penale n°561/16 della Procura della Repubblica di Catanzaro - Direzione Distrettuale Antimafia, involgente dichiarazione di collaboratori di giustizia non ancora passati al vaglio dell'autorità penale giudicante". Pertanto, il Tar ha ritenuto "necessaria l'acquisizione dell'indagine penale".
In attesa del materiale della Procura, quindi, il Tribunale Amministrativo ha ordinato di "sospendere l'efficacia dell'applicata sanzione disciplinare sino alla camera di consiglio da stabilire per l'esame della documentazione e per la trattazione della domanda cautelare". Inoltre è stato disposto il "deposito entro il 18 febbraio 2020, a cura della parte più diligente, degli atti dell'indagine". La camera di consiglio è stata fissata per il 26 febbraio 2020.
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