Nella sanità allo sfascio mio figlio salvato dagli angeli bianchi di Amantea

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images Nella sanità allo sfascio mio figlio salvato dagli angeli bianchi di Amantea

  08 agosto 2019 11:32

di TERESA ALOI

Non c'è rabbia nelle sue parole. Ma dispiacere. E amarezza. Quella tanta. Perché, oltre a dover combattere per assicurare una vita migliore al suo bimbo malato, deve affrontare  tutta una serie di inefficienze di cui è dotata la Calabria.
Questa è la storia di un padre e di un figlio in vacanza ad Amantea. Ma, si sa, le malattie non conoscono ferie, nè tanto meno orari e giorni prestabiliti.
E allora capita che in una notte di mezza estate il suo cucciolo di appena 5 anni accusi una grave crisi ipoglicemica e rischi di precipitare in uno stato comatoso. L’ambulanza non è disponibile, o almeno non subito: da Paola ad Amantea  ci vuole almeno mezz’ora.
"Ma gli angeli esistono - racconta il padre - e sono tre coraggiosi carabinieri della Stazione di Amantea, tra cui il vicecomandante. Difronte alla mia disperata richiesta giungono con straordinario tempismo e, seppure non fosse un loro servizio di istituto, non ci pensano due volte a caricare su una Fiat Panda me, mia moglie e  mio figlio per accompagnarci al nosocomio più vicino”.
Fortunatamente dopo pochissima strada percorsa a sirene spiegate “incrociano l’ambulanza sulla quale viene trasferito il bambino per i primi improcrastinabili soccorsi prestati con molta celerità, umanità e garbo dal dottore  Vitale e da tutti il personale a bordo per poi consegnarlo al reparto di pediatria dell’ospedale civile Annunziata di Cosenza, dove lo hanno ripreso i medici e gli infermieri del reparto di pediatria di tutto rispetto, guidati dal primario Sperlì, presente personalmente, i quali hanno mostrato tanta umiltà, competenza e grande professionalità”.
Li chiama angeli  “queste persone apparentemente comuni che hanno salvato la vita a mio figlio o comunque hanno evitato che potesse subire danni maggiori. Queste donne e questi uomini mi hanno fatto cambiare idea sugli angeli che pensavo prima non potessero esistere. Solo che li abbiamo lasciati completamente soli e molte volte anche dimenticati”. Perché “operano in situazioni estreme con risorse e mezzi inadeguati, inefficienti e altre volte inesistenti. Non è possibile che in una cittadina come Amantea nel mese di agosto, che ha forse un bacino di utenza di 40/50.000 persone, abbia una sola ambulanza. Come non è possibile - aggiunge - che non abbia un presidio dei vigili del fuoco. Non è nemmeno accettabile che i carabinieri non abbiano una struttura adeguata in cui essere ospitati e che abbiano un mezzo di servizio come la Fiat Panda, che invece dovrebbe essere destinata ad una stazione di un piccolo paese di montagna”.
Una “disavventura”, chiamiamola così “capitata a mio figlio, con il quale peraltro vivo nella provincia di Catanzaro. Ma non saprei dire se sarebbe andata meglio se mi fossi trovato nella mia provincia, visto che nella città capoluogo di Regione non c’è nemmeno un Pronto soccorso  pediatrico che, invece, ho trovato nella città bruzia ed a cui reparto va tutta la mia riconoscenza e stima”.
Senza dimenticare che “esiste una gigantesca struttura che ospita il Policlinico universitario, ma in cui manca addirittura un Pronto soccorso  generale. Tutto questo sarebbe completamente inaccettabile in una cittadina del Nord o centro Italia. Facciamone un problema di tutti perchè è un problema di tutti”.  
Infine l’appello alla classe politica: “ Se vogliono dimostrare a questa  martoriata terra che non sono tutto l’anno e per tutta la loro vita in campagna elettorale, questo è il loro  momento per dare  dei segnali concreti, cominciando già da domani ad inviare più ambulanze per Amantea e per gli altri centri nevralgici sottodotati, quantomeno, per il periodo estivo, perchè dopodomani potrebbe essere già tardi”.  

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