“No Gender Gap”, in Regione l'evento sulla disparità di genere: “Cerchiamo un cambiamento culturale”

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  27 maggio 2025 15:31

di MARCO VALLONE

L'obiettivo di misurare il divario professionale tra donne e uomini in Italia è al centro di “No Gender Gap. UNI PdR 125: la parità di genere nei luoghi di lavoro”, il Road Show itinerante promosso dall'Ente Italiano di Normazione (UNI). L'iniziativa è partita proprio dalla Calabria, precisamente dalla sala oro della Cittadella Regionale a Catanzaro questa mattina, e intende via via affacciarsi su numerose località della Penisola per raccogliere informazioni più dettagliate sulle differenze tra uomo e donna negli ambiti professionali.

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Il talk evento si è svolto in collaborazione con Regione Calabria e Fincalabra, ed è partito dalla punta dello Stivale proprio in ragione delle misure di sostegno alle imprese per il conseguimento della certificazione di parità di genere che l'amministrazione regionale calabrese ha messo in campo, ottenendo una buona partecipazione se si tiene conto che oltre 300 aziende hanno prodotto richieste per accedere a misure inclusive in proposito.

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“L'iniziativa mira a portare sui territori, in modo capillare – ha spiegato Elena Mocchio, responsabile innovazione e standardizzazione di UNI – la promozione della Prassi di Riferimento 125 che è lo strumento tecnico per la certificazione della parità di genere. Si tratta di un documento tecnico che è stato elaborato e pubblicato nel 2022 e che ad oggi sta avendo un grande successo in termini di certificazione. Infatti sono più di 8000, a fine del 2024, le organizzazioni certificate: parlo di organizzazioni perché il documento si rivolge sia alle imprese che ad organizzazioni di altro tipo. Il documento è innovativo nel suo genere in quanto mette a dialogare i sistemi di gestione, quindi tipicamente un modello organizzativo, con una serie di indicatori che sono stati individuati per intercettare le criticità maggiori rispetto a quelle che sono le tematiche di superamento del gender gap a livello nazionale. Questi indicatori sono stati suddivisi su 6 aree tematiche, tra cui per esempio la gestione dell'HR, piuttosto che la cultura dell'integrazione e della parità di genere, il connubio e quindi l'armonizzazione tra tematiche vita-lavoro, la crescita all'interno delle organizzazioni, quindi superare il tema del soffitto di cristallo. E questi indicatori sono sia qualitativi che quantitativi, hanno pesi differenti e sono proprio pensati anche per essere utilizzati non solo dalle grandi organizzazioni, dalle grandi imprese, ma anche dalle medie, dalle piccole e dalle micro imprese in quanto alcuni indicatori sono applicabili in termini generali a tutte le organizzazioni, mentre altri possono essere selezionati dalle microimprese. Quindi solo una piccola parte di questi 33 indicatori sono dedicati alle piccole e alle medie imprese, proprio per facilitare l'adozione di questo sistema di gestione, questa attività di supporto al superamento del gender gap anche per quanto concerne le microimprese, cercando di portare – ha illustrato Elena Mocchio – un cambiamento culturale a livello di Paese, che è fondamentale per far crescere la nostra Penisola e per poter far sì che l'Italia non sia più un fanalino di coda a livello europeo, e quasi a livello mondiale rispetto al tema del gender gap”.

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Relativamente a quali siano le difficoltà che le imprese riscontrano per raggiungere il livello qualitativo che porta alla certificazione, Elena Mocchio ha spiegato che “per raggiungere la certificazione bisogna raggiungere il 60% del totale degli indicatori. Una delle criticità maggiori è legata al tema dell'equità salariale: è un grosso tema che peraltro dovremmo affrontare a livello di Paese perché prossimamente dovremo adottare una direttiva europea sulla trasparenza salariale, dove si prevede che la differenza, ovviamente a parità di mansioni, tra gli stipendi degli uomini e delle donne debba essere non superiore al 5%. E la prassi in questo momento parla del 10%, quindi siamo già ad un livello superiore rispetto a quanto previsto dalla direttiva. Questo sicuramente è un tema. Parlo soprattutto per le imprese private, questo non vale per la pubblica amministrazione ma per le imprese e le aziende questa è una tematica importante. L'altra questione è senz'altro legata a un tema di organizzazione – ha aggiunto la responsabile dell'Ente Nazionale di Normazione -, di razionalizzazione delle risorse, di messa a fattor comune dei diversi elementi che insieme devono dialogare per tenere sotto controllo questi 33 indicatori, che in alcuni casi sono anche meno di 33”. In Calabria, in particolare, si stanno facendo delle “iniziative molto importanti – ha rilevato Mocchio – per promuovere la certificazione della parità di genere con delle misure dedicate proprio alle imprese. I numeri sono molto interessanti perché ho avuto alcune informazioni rispetto alle quali, nell'ultimo periodo, sono più di 300 le aziende che hanno fatto richiesta per poter accedere ai finanziamenti che accompagnano le imprese alla certificazione. E' un accompagnamento duplice: da un lato un accompagnamento di consulenza sullo stato di salute dell'organizzazione e la seconda parte proprio dedicata al processo di certificazione”.

Presente all'iniziativa, tra gli altri, il direttore generale del Dipartimento Lavoro regionale, Fortunato Varone, che ha affermato come quello di oggi, “sulla certificazione di genere, è un evento importante alla Cittadella regionale. Con UNI la Regione Calabria, nel piano per l'occupazione ha inserito un bando importante che riguarda la certificazione di genere di circa 3 milioni di euro. Al momento sono pervenute più di 300 domande, e finanziabili quasi 270. E' un cambio culturale per la nostra regione, e, nel caso in cui dovessero finire le risorse, siamo pronti a rifinanziare il bando”. Le aziende che hanno fatto domanda “sono tutte quante piccole e medie imprese calabresi – ha evidenziato Varone -. Oggi avremo anche due testimonianze sulla certificazione di genere e quindi vuol dire che questo cambiamento si è innescato. Siamo sopra la media rispetto a tutte quante le altre regioni: gli stessi dati li sta avendo regione Lombardia, però con un tessuto economico diverso rispetto alla regione Calabria”. Sono previsti interventi regionali per quel che concerne la riduzione del gap salariale: “Quando abbiamo presentato il bando sul piano per l'occupazione noi abbiamo già spiegato che abbiamo messo insieme una serie di strumenti per poter far fronte anche al gap salariale – ha rilevato Varone -. E questo ad esempio con il bando Dunamis, per le imprese che assumono e riescono ad avere il 50% come contributo rispetto al valore del contratto collettivo nazionale. Quindi si può aiutare l'impresa a fare assunzione di qualità anche con degli strumenti regionali”.

Durante l'appuntamento Santo Scarpelli, Consigliere delegato di “Sintegra srl”, e Fortunato Amarelli, amministratore delegato della fabbrica di liquirizia “Amarelli”, hanno portato le loro testimonianze relativamente alle esperienze delle proprie aziende in tema di politica inclusiva e superamento del gender gap. In particolare Santo Scarpelli, ad esempio, ha evidenziato come si sia “preso consapevolezza che anche nei vertici dell'azienda molto probabilmente si tende a favorire sempre il sesso maschile rispetto a quello femminile. Quindi abbiamo preso consapevolezza che c'è qualcosa da fare in più rispetto a quello che attualmente facciamo”.

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