"Il nostro è un territorio così martoriato che non appena trapela la notizia di qualche privazione, accorpamento, chiusura,
la diamo subito per vera. Rispetto al paventato accorpamento temporaneo dei reparti di nefrologia e cardiologia dello Spoke, preciso che già ieri ho chiesto ai vertici ASP di evitare questo tipo di tentativi. Ho sempre pensato che un ospedale importante debba curare
anche il covid, ma non solo il covid". E' quanto afferma il sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi.
"Mi rendo conto - prosegue- che i numeri regionali e provinciali stiano facendo paura, soprattutto ad una governance sanitaria – a tutti i livelli – che si è improvvisamente accorta di avere 7 mesi di ritardo rispetto alla preparazione delle strutture sanitarie. Per questa ragione sto insistendo da giorni per la realizzazione di un piano di interventi, un piano di guerra al virus (integrazione del personale, allestimento di posti di terapia sub-intensiva, potenziamento delle USCA e protezione dei pronto soccorso) che però non depotenzi gli altri servizi, già stabilmente in difficoltà".
"A tal proposito, abbiamo letto tutti l'ordinanza del Presidente facente funzioni, Spirlì, che da una lettura veloce mi sembra una rielaborazione (senza grandi miglioramenti) del DCA 91 del Commissario Cotticelli. Attendiamo di conoscere come si intenda realizzare concretamente quanto previsto dall'ordinanza, con la stessa posizione assunta per nefrologia e cardiologia: non si devono mortificare gli altri servizi. Certamente per allestire un covid-hospital, oltre a quella di Villa Bianca (CZ) sulla quale non mi esprimo, la Provincia di Cosenza annovera diverse strutture sanitarie attualmente inutilizzate che con molta probabilità potrebbero essere attrezzate con meno lavori, meno tempo e meno denaro. Una cosa è certa: se non si mette mano alle procedure per il reclutamento di nuovo personale, superando le insostenibili farraginosità burocratiche del sistema sanitario, temo resteranno tutti buoni propositi inefficaci contro l'avanzare del virus".
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