È il day after. Dopo il veto calato dalla Lega, nel capoluogo regionale, Mario Occhiuto non si tira indietro e va avanti con il tour elettorale incontrando i comitati. La sintesi è che il sindaco di Cosenza resta in campo, pur non potendo essere più il candidato del centrodestra unito. "L'unità è un valore ma non è essenziale", ha detto parlando con i giornalisti.
"Noi siamo partiti già da tempo, in Calabria è possibile cambiare. Una scelta non tanto sulla persona, ma basata su quello fatto a Cosenza. Abbiamo un progetto politico, senza condivisione andremo avanti lo stesso. Dobbiamo parlare ai calabresi".
Dopo aver detto che l'unità è solo uno strumento contrasta "i candidati calati dall'alto. Le cose belle, come questa candidatura, spesso sono contrastate. Mi sembra una cosa assurda. Noi ci mettiamo in discussione. Non è una questione personale". E sulle pendenze giudiziarie, il vero motivo del freno leghista, Occhiuto risponde: "Chiunque lavora si fa dei nemici, ci sono denunce. Mi sorprende che questo arrivi da un partito che ha fatto del garantismo un valore", riferendosi alla Lega.
Occhiuto ha fatto riferimento alla base "civica" a suo sostegno e ha aggiunto: " La mia candidatura è una missione, non per gestire il potere"
A scortare Occhiuto, c'erano il fratello Roberto e i consiglieri regionali Tallini e Parente, con una delegazione di Ciconte e l'ex capogruppo Lorenzo Costa.
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