Occupazione in crescita per i laureati Unical

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Studenti in ingegneria edia e architettura

Meno disparità di genere e più giovani che lavorano al Sud

  13 agosto 2025 13:09

Il percorso di crescita dell'Unical – già riconosciuto in termini di qualità della didattica, della ricerca e dei servizi con la conferma al primo posto nella classifica Censis per il secondo anno consecutivo – si riflette anche negli esiti occupazionali dei suoi laureati.  In cinque anni il tasso di occupazione è aumentato del 12%, a un ritmo ben più alto della media nazionale. A cinque anni dalla laurea, l'Unical è al primo posto assoluto tra le "Grandi università" per incremento occupazionale nel quinquennio. 

Questo risultato è ancora più significativo se si considera che l’Università della Calabria è un ateneo generalista, con un’ampia offerta formativa che include anche ambiti disciplinari che, per caratteristiche strutturali del mercato del lavoro, presentano tassi occupazionali mediamente più bassi. Atenei focalizzati su settori specifici come l’ingegneria o le professioni sanitarie, al contrario, possono contare su medie occupazionali più elevate per la natura stessa delle professioni di riferimento.

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Servizi, incubatori, innovazione. Questi risultati premiano anche le numerose iniziative avviate dall’Ateneo per rafforzare il legame tra formazione universitaria e mercato del lavoro. In particolare, l’ampliamento e il potenziamento dei servizi di placement, che offrono agli studenti consulenza individuale, orientamento, supporto alla redazione del curriculum, simulazioni di colloqui e contatti diretti con le imprese.

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Fondamentale anche l’investimento in attività di trasferimento tecnologico, attraverso la creazione di incubatori d’impresa, la promozione di start-up e spin-off accademici, nonché l’impegno, in sinergia con la Regione Calabria, per favorire l’insediamento di grandi aziende sul territorio, che generano opportunità di lavoro qualificate e collaborazioni già durante il percorso di studi.

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Una crescita più equa: si riduce il divario di genere. Il miglioramento interessa in modo più marcato la componente femminile. Per le laureate Unical il tasso di occupazione a un anno dal titolo è cresciuto del 2,5% in più rispetto agli uomini, con una riduzione del divario rispetto ai colleghi uomini e una maggiore permanenza nel Mezzogiorno anche a medio e lungo termine.

Unical contrasta la fuga dei giovani: il 58% dei laureati resta al Sud. Un ulteriore punto di forza riguarda la capacità dell’Ateneo di favorire il lavoro sul territorio dei propri laureati. Secondo AlmaLaurea, nel 2024 il 58% dei laureati Unical lavora nel Mezzogiorno già a un anno dal conseguimento del titolo, mentre nel 2019 il dato non raggiungeva il 50%. La percentuale sale al 61,5% tra le donne, confermando l’efficacia degli studi universitari non solo nella formazione, ma anche nel ridurre i divari e nel contribuire attivamente allo sviluppo del Sud.

«È possibile creare occupazione qualificata anche nel Mezzogiorno – commenta il rettore Nicola Leone – investendo in servizi, formazione, innovazione e relazioni solide con il mondo produttivo. Questi dati sfatano un luogo comune secondo cui i laureati dell’Università della Calabria sarebbero condannati a rimanere disoccupati o a cercare lavoro esclusivamente fuori regione. Al contrario, sempre più laureati Unical trovano occupazione in tempi brevi e la maggior parte di loro sceglie di restare al Sud, contribuendo attivamente allo sviluppo del territorio. Un risultato che assume ancor più valore se consideriamo le difficoltà strutturali con cui il Mezzogiorno deve fare i conti. L’Università della Calabria dimostra che con interventi e investimenti mirati in formazione e innovazione, e dialogo con istituzioni e sistema produttivo si può contribuire concretamente all’occupazione dei giovani anche sul territorio».

Studiare conviene sempre di più. Nello stesso arco temporale 2019-2024 – il tasso di occupazione generale al Mezzogiorno, secondo ISTAT, è cresciuto molto più lentamente, con un incremento di appena 4 punti percentuali nel quinquennio, e resta inferiore di più di 20 punti percentuali a quello dei laureati.

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