Omicidio Bergamini, al processo l'ex boss Pino in aula: "Non so nulla, combinai gare Cosenza"

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  08 novembre 2022 20:25

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Franco Pino ha raccontato ai giudici di aver "appreso della tesi dell’omicidio dai giornali e poi nel 2018 quando - ha detto Pino - sono stato sentito dal dottore Facciolla. Quello che so è per sentito dire. Ho sentito sempre parlare di suicidio dal 1989 al 1995». «Ma quando è successo il fatto - ha aggiunto Pino - io non ero nemmeno qui. Ero a Milano ed ero latitante". 

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Pino, rispondendo alle domande, ha parlato anche dei suoi rapporti con il Cosenza Calcio: "Conoscevo il presidente Serra e qualche dirigente. Ma Serra non mi ha mai chiesto notizie sulla morte di Donato. Non posso dire con precisione se la criminalità organizzata si fosse interessata alla morte di Bergamini». Il pentito ha però confermato di avere combinato due partite e che gli fu chiesto dalla società silana: «Parliamo di Cosenza-Avellino del 1990, e Cosenza-Pescara del 1994 - ha detto Franco Pino - ma in quel periodo il presidente era Bonaventura Lamacchia".

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La Corte ha poi sentito il professore Pasquale Coscarelli che all’epoca della morte di Bergamini fu incaricato come perito della Procura di Castrovillari. "Non feci una vera e propria perizia - ha detto ai giudici - ma fu più un diario perché con quei pochi elementi che avevo non potevo fare di più». Rispondendo alle domande del pm, Coscarelli ha detto di «non aver mai visionato il mezzo, né ha mai avuto il certificato di morte e la documentazione sull’esame autoptico esterno di Denis. Ho avuto dodici giorni per depositare la relazione. Il tempo mi è stato sufficiente per quelle cose che dovevo fare".  

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