La Corte di Cassazione ha confermato, in termini di definitività, la sussistenza della cosca mafiosa Scerbo/Mannolo, così come ricostruita dalla DDA di Catanzaro nell’ambito dell’operazione denominata “Big Bang”. LEGGI QUI IL PROCESSO PER RITO ABBREVIATO
E’ stata, tra l’altro, confermata la condanna per Giuseppe Talarico, assolto in primo grado e poi condannato in appello ad otto anni di reclusione perché ritenuto responsabile del delitto associativo. Sono stati, infatti, in parte rigettati ed in parte dichiarati inammissibili tutti i ricorsi difensivi. Soltanto per l’imputato Mario Scerbo , nei cui confronti è stata confermata la sentenza di condanna per il delitto associativo e per alcune ipotesi di usura ed estorsione, è stata annullata la sentenza relativamente alle aggravanti della mafiosità. In particolare per un delitto di estorsione vi è stato un annullamento senza rinvio ed invece un annullamento con rinvio per un altro capo di imputazione. Relativamente, poi, al delitto associativo, di cui è stato confermato il giudizio di responsabilità, è stata, però pronunciata una sentenza di annullamento con rinvio relativamente alla ritenuta aggravante dell’associazione armata. L'eventuale esclusione di tutte queste aggravanti comporterebbe una rivisitazione della pena abbastanza importante a favore del condannato. Scerbo è stato difeso dagli avvocati Francesco Gambardella e Luigi Falcone .
Passa in giudicato la condanna per Martino Sirelli, di Sellia Marina, a 9 anni e 6 mesi. Per Leonardo Curcio, di Cutro, a 4 anni e 6 mesi. Per Antonio Scicchitano, di Botricello, a 3 anni e 8 mesi. Confermate anche le condanne di Volodymyr Nemesh ucraino, a 3 anni e 6 mesi; di Mario Falcone, di Cutro, a 7 anni; di Leonardo Falcone, di Cutro, a 3 anni. Gli imputati erano difesi anche dagli avvocati Salvatore Staiano, Gregorio Viscomi, Fabrizio Coiscarella, Giovanni Merante, Salvatore Iannone, Giuseppe Fonte.
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