Operazione “Fangorn”. La Cassazione scarcera De Martino: incendiò un casolare e un veicolo uccidendo capi di bestiame

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images Operazione “Fangorn”. La Cassazione scarcera De Martino: incendiò un casolare e un veicolo uccidendo capi di bestiame
La Suprema Corte di Cassazione
  10 febbraio 2020 12:39

La Suprema Corte di Cassazione, in accoglimento del ricorso presentato dall’Avv. Francesco Nicoletti, difensore di fiducia di Luigi De Martino, pluripregiudicato rossanese 27enne, ha annullato senza rinvio, disponendo la formale scarcerazione dell’uomo, il capo di imputazione relativo a tentata estorsione aggravata, danneggiamento seguito da incendio e furto aggravato.

Per tali accuse De Martino era indagato per aver, in concorso con altre persone, mediante violenza, consistita nell’accedere di notte nell’azienda agricola e di allevamento di un imprenditore, sita in una zona boschiva del Comune di Longobucco, concessa in affitto allo stesso imprenditore dal Comune di Longobucco con contratto quinquennale, incendiato il casolare e un veicolo, danneggiando anche un altro veicolo, uccidendo alcuni capi di bestiame e trafugandone altri, nonché impossessandosi di attrezzi agricoli. In tal modo, avrebbe posto in essere atti idonei ed univocamente diretti a costringere l’imprenditore ad abbandonare la zona boschiva, procurandosi insieme agli altri associati l’ingiusto profitto rappresentato dalla possibilità di accedere liberamente alla zona ed effettuare indisturbati furti di legna, con danno per l’imprenditore rappresentato dalla perdita del possesso del terreno e dei profitti derivanti dall’utilizzazione dello stesso.

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L’INDAGINE L’operazione “Fangorn” nasce da una inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari e portata a termine nel 2019 dai Carabinieri della Compagnia di Rossano dopo una lunga attività di indagine avviata in seguito al tentato omicidio di un allevatore di Rossano, già vittima di un tentativo di estorsione, verificatosi nel gennaio 2018 in zona Piana dei Venti.

Dalle intercettazioni ambientali e telefoniche è emerso un quadro allarmante alla luce del quale, nel luglio 2019, i Carabinieri hanno dato esecuzione a 15 fermi di indiziato di delitto nei confronti di presunti affiliati ad una vera e propria associazione per delinquere, operante sin dal mese di dicembre 2016, finalizzata alla commissione di un numero indeterminato di tagli abusi e di furti di legna nei boschi demaniali dell’area montana sita nel Comune di Corigliano Rossano e alla successiva commercializzazione ai clienti finali, oltre che alla commissione di estorsioni, danneggiamenti, furti di autovetture e all’interno delle abitazioni, un tentato omicidio e all’imposizione del pagamento della cosiddetta guardiania. Le attività di taglio, per come ricostruito dagli inquirenti, avvenivano in aree demaniali sottoposte a vincolo comunitario poiché riconosciute quali siti di interesse comunitario “Habitat”, con ingente danno economico e paesaggistico.

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