Restano 13 gli indagati dell'operazione "Piazza Sicura", portata in luce dalla Dda di Catanzaro lo scorso 24 aprile, quando gli inquirenti appongono i sigilli a piazza Bilotti, a Cosenza.
Oltre a imprenditori e funzionari, si legge anche il nome del sindaco Mario Occhiuto, come nella già registrato nell'avviso di garanzia per il sequestro (LEGGI QUI).
Le indagini, svolte attraverso attività tecniche d’intercettazione e minuziosa attività di riscontro documentale, hanno permesso di delineare le ipotesi di reati di falso, finalizzati ai finanziamenti per lavori complementari e per il rilascio del certificato di collaudo, di rivelazione di segreto, posta in essere da un pubblico dipendente in relazione ad attività ispettive che dovevano essere avviate sul cantiere, e affidamento e frammentazione di incarichi sotto soglia, in modo da aggirare gli obblighi posti dalla normativa vigente in materia di appalti. E’ emerso che la cerimonia pubblica di inaugurazione di piazza Bilotti, al termine dei lavori di riqualificazione, avvenuta il 17 dicembre 2016 è stata svolta in mancanza del certificato di collaudo, formalmente eseguito dopo, il 30 dicembre 2016.
Dalla ricostruzione investigativa risulta effettuato sulla scorta di un certificato ritenuto ideologicamente falso, nel quale è stata attestata la corretta esecuzione delle opere a fronte di fessure e crateri riscontrate sulle travi portanti della piazza, non ancora effettivamente riparate a quella data. E questo per la necessità di corrispondere alle pressanti richieste dell’amministrazione comunale di Cosenza, legate anche alla volontà di non spostare in altro luogo il concerto di fine anno 2016. Dalla ricostruzione investigativa, risulta, inoltre, il deposito, presso i competenti uffici della Regione Calabria e del Comune di Cosenza, di documentazione attestante prove tecniche nella realtà non ancora effettuate.
I nomi
Tra gli indagati, oltre al sindaco Mario Occhiuto, anche l’imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri a capo dell’impresa che ha realizzato la piazza, l’aviosuperficie di Scalea e l’impianto sciistico di Lorica. Dagli atti risultano indagati anche: Antonio Alvaro, Antonella Angotti, Francesco Converso, Gianluca Guarnaccia, Francesco Stellato, Francesco Tucci, Pasquale Torchia, Paola Tucci, Carlo Pecoraro, Raffaele Ferraro, Carlo Vernetti.
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