Dal 25 luglio al 30 settembre l'installazione ambientale che "si basa su una riflessione antropologica che tende al recupero e alla rielaborazione di materiali, utensili, costumi e tradizioni che hanno assunto nel tempo il connotato culturale e identitario di particolari luoghi".
22 luglio 2021 13:05
Il Sindaco del comune di Orsomarso Alberto Bottone e l’artista Angelo Aligia invitano a visitare, a partire dal 25 Luglio (fino al 30 settembre 2021), gli straordinari ambienti della valle dell’argentino, Orsomarso (cs), che faranno da cornice all’installazione di Angelo Aligia, IDROS, la natura delle acque.
L’evento sarà presentato all’inaugurazione, il giorno 25 Luglio 2021 alle ore 18.00 con un intervento teorico di Giancarlo Cauteruccio.
L'arte, dopo il punto zero determinato dalla pandemia deve tornare alla natura per dialogare consapevolmente con essa e cogliere da essa nuove energie, nuove strade da percorrere. L'acqua è la nascita, la rottura delle acque genera nuova vita, conduce il corpo dell'intimità del ventre materno alla realtà della vita. È sulla base di tali considerazioni che si fonda il progetto IDROS-la natura delle acque. L'opera scultorea- installativa segna con grazia i corsi d'acqua e di pietra che caratterizzano il paesaggio, per segnare un luogo portatore di bellezza nel quale è davvero possibile incontrare nuova armonia in un luogo speciale dove i visitatori potranno incontrare inedite percezioni, e ascoltare il canto delle pietre che con l'acqua si compenetrano per generare nuova vita.
“Il percorso artistico di Angelo Aligia -si legge nel testo in catalogo di Andrea Romoli Barberini- si basa su una riflessione antropologica che tende al recupero e alla rielaborazione di materiali, utensili, costumi e tradizioni che hanno assunto nel tempo il connotato culturale e identitario di particolari luoghi. Nato e residente in Calabria, Aligia ha dapprima adottato il legno di olivo, realizzando una serie di sculture in cui la definizione formale scaturisce da interventi molto misurati che tendono ad esaltare le seduzioni plastiche espresse dalla natura, rimanendo quindi distante da tentazioni di rappresentazione mimetica e anzi, prediligendo esiti d’ambito organico. Nel solco del recupero del primario, Aligia ha poi avviato una prolungata sperimentazione con la pietra calcarea calabrese e, attraverso la rielaborazione dell’antica tecnica dei muri a secco, ha realizzato una serie di opere di impatto monumentale e impianto minimalista.
Sfere, cubi, tavoli e sedie gigantesche si impongono allo sguardo come enigmatiche testimonianze di epoche passate di forte suggestione. Evocative di remote ritualità, palesano la centralità dei concetti di tempo e luogo. Fedele ai contenuti della propria indagine artistica, Aligia ha affrontato anche la bidimensionalità, utilizzando con valenza pittorica, materiali quali terre, canne e, rielaborati in bronzo e applicati sui supporti, i frutti e gli alimenti del suo territorio quali cedri, fichi, pane. In queste opere trovano
sovente collocazione e nuova dignità, con monumentali sottolineature dimensionali, anche gli utensili di un tempo, per il lavoro in casa e nei campi. In breve, l’opera di Angelo Aligia tende a evidenziare e salvaguardare quei particolari elementi tratti dalla natura o dalla cultura rurale. L’opera, quindi, nella ricercata semplicità delle forme che esprime, si fa testimonianza viva, unica e irripetibile, di quei valori ancestrali che l’artista intende sottrarre all’oblio”.
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