"Parco Romani". La difesa dell'architetto Cantisani: "Mai intascato un euro. Ha solo operato per il bene della città"

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L'architetto Biagio Cantisani

L'intervento dopo l'assoluzione

  06 aprile 2021 18:31

"Si è chiusa alle 15:45 di oggi, 6 aprile 2021, la lunga e sofferta peregrinazione giudiziaria dell'architetto Biagio Cantisani iniziata nel lontano 28 giugno 2012 allorquando la Guardia di Finanza di Catanzaro, a seguito di un provvedimento di perquisizione e sequestro emesso dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, ebbe a presentarsi all'uscio dell'abitazione dell'architetto Cantisani per dare esecuzione al detto decreto e sequestrare quanto ritenuto utile e pertinente alle indagini. La teorizzazione che reggeva l'accusa era che l'architetto Cantisani fosse il baricentro di un sistema clientelare e affaristico finalizzato a locupletare illecitamente politici, imprenditori e dirigenti, tutti facenti parte o gravitanti intorno al Comune di Catanzaro".  Sono le parole dell'avvocato Carlo Petitto, difensore di fiducia dell'architetto Biagio Cantisani, assolto insieme all'ex sindaco di Catanzaro Rosario Olivo e il consigliere comunale Giulio Elia per la vicenda denominata "Parco Romani". 

"Una vera e propria grassazione della ricchezza pubblica con l'obiettivo di stornare per fini privati 5 milioni di euro destinati, invece, a realizzare un Ente Fiera, volano per lo sviluppo ed il miglioramento della nostra città. Secondo l'accusa, amplificata da una martellante ed uniforme campagna di stampa, l'architetto Cantisani sarebbe stato una sorta di Cardinale Richelieu impegnato ad ordire trame ed affari in danno di Catanzaro. Per l'architetto Cantisani sono stati scomodati diversi titoli di  reato posti a presidio di svariati beni giuridici; e così gli sono stati ascritti più reati contro il patrimonio, nello specifico truffe, contro la Pubblica Amministrazione, corruzione, contro la Fede Pubblica, varie ipotesi di falso documentale e financo una contestazione di distruzione di documenti informatici. Sarebbe addirittura giunto ad indurre in errore un consulente tecnico del Pubblico Ministero riuscendo, quale novello Houdini, a trarlo in inganno sulla oggettiva estensione di un immobile!", continua l'avvocato Petitto in una nota che riassume e analizza la vicenda dall'inizio fino ad oggi, giorno dell'assoluzione. 

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"Eppure la lunga istruttoria, che ha visto sfilare tutti i testimoni indotti dalla pubblica accusa, non è stata in grado di confermare neanche una delle molteplici ed assai articolate contestazioni, finendo per sgretolarsi dinanzi alle organiche contestazioni difensive. L'architetto Biagio Cantisani non ha mai ingannato nessuno. Non ha mai indebitamente intascato un solo euro né ha falsificato atti e documenti, materiali o informatici che fossero. Mai ha corrotto alcuno. L'architetto Biagio Cantisani ha operato per il futuro di questa città o, almeno, ci ha provato! Il prezzo pagato è stato altissimo in termini di pubblica riconoscibilità ed apprezzamento; ancora di più avuto riguardo alla salute ed alla serenità personale e familiare. Chi scrive dubita fortemente che vi possa essere un ristoro adeguato per questa lunga e perigliosa marcia nella ricerca della verità. Tuttavia- conclude l'avvocato Petitto- in tempi di processo mediatico, anche il solo soffermarsi su questa dolorosa vicenda, da parte di quanti inneggiano a "manette e pene esemplari" alla sola notizia di un'indagine, sarebbe già una prima , piccola ma significativa, conquista". 


Carlo Petitto

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