"Passepartout": la "cupola" che decideva sugli appalti Oliverio e Adamo indagati

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Oliverio e Adamo indagati

  04 giugno 2019 16:57

di TERESA ALOI

COSENZA - Per la Procura di Catanzaro entrambi sarebbero a capo di una sorta di “cupola” che, costituita da politicitecnici e imprenditori, avrebbe dettato le regole degli appalti. L’associazione per delinquere, secondo i magistrati,  aveva proprio lo scopo di intorbidire gli appalti. E le accuse a carico dei suoi membri sono, a vaio titolo, «turbata libertà degli incanti, corruzione propria aggravata, traffico di influenze illecite, abuso d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture». L’ex consigliere regionale Nicola Adamo e il governatore Mario Oliverio, sono stati raggiunti da un  avviso di garanzia  con  l’accusa è di associazione a delinquere nell'ambito dell'inchiesta denominata "Passepartout"

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Gli avvisi di garanzia sono stati notificati dalla Guardia di Finanza e dai carabinieri e le indagini si sono prevalentemente concentrate su due opere pubbliche in via di definizione: la metro leggera di Cosenza-Rende e il  nuovo ospedale del capoluogo bruzio; gli inquirenti sospettano che per entrami i casi siano state messe in atto delle turbative d’asta, delle frodi nelle pubbliche forniture ed episodi di corruzione.  Proprio la metropolitana leggera di Cosenza è uno dei nodi centrali dell’inchiesta firmata dal pm Vito Valerio. La predisposizione della gara sarebbe viziata fin dall’inizio. Dal progetto preliminare «illegittimamente realizzato dalla metropolitana Milanese spa in quanto affidato senza rinnovo delle procedure», al «progetto preliminare basato su una scelta progettuale di “sistema su ferro” ingiustificata sul piano tecnico ed economico», fino all’indizione della gara «sulla scorta di una Conferenza dei servizi incompleta e illegittima». Tutto alterato, secondo la Procura di Catanzaro, anche la nomina «di Zinno come responsabile unico del procedimento (…) per favorire l’aggiudicazione e la realizzazione dell’opera in favore dell’offerente raggruppamento di imprese costituito dalla Cmc e dalla Caf in avvalimento con la Francesco Ventura costruzioni ferroviarie srl».

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  Oltre agli appalti sulle grandi opere a Cosenza, la Procura guidata da Nicola Gratteri ha gettato una luce anche su una contestata nomina effettuata dalla Regione: quella di Giovanni Forciniti alla guida di Azienda Calabria Lavoro. L’iter seguito, secondo i magistrati, presenterebbe delle irregolarità. Innanzitutto una riapertura dei termini per la presentazione delle domande, studiata – è l’ipotesi dell’accusa – «al fine di consentire» a Forciniti («in istruttoria già dichiarato non ammesso dalla Commissione tecnica di valutazione perché privo dell’attestazione di conoscenza della lingua inglese») «di entrare in possesso dell’attestazione di conoscenza della lingua inglese e, quindi, di essere nominato direttore generale». In questo filone investigativo sono indagati per abuso d’ufficio il governatore Oliverio, il dg del dipartimento Lavoro Fortunato Varone e lo stesso Forciniti.

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Il governatore, si legge nell’avviso di conclusione indagini – vergato dal procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, dall’aggiunto Vincenzo Capomolla e dal sostituto Vito Valerio – recapitato a venti persone, «è il referente politico-istituzionale degli associati nonché degli amministratori pubblici e degli imprenditori privati, in ordine agli sviluppi delle procedure di gara pubbliche bandite dalla Regione Calabria». Accuse gravi, per il presidente: quelle di aver piegato la propria funziona pubblica per il raggiungimento di interessi privati. Attorno ad Adamo e Oliverio ruotano dirigenti pubblici e imprenditori. C’è Giuseppe Lo Feudo, dg di Ferrovie della Calabria srl, che avrebbe fatto da cerniera di scambio tra la parte pubblica istituzionale e gli imprenditori del settore (Pietro Ventura, Rocco Borgia e Giuseppe Trifirò) «partecipanti e beneficiari delle condotte di turbativa nelle procedure di gara pubbliche». Luigi Zinno, dg del dipartimento Lavori pubblici già indagato nell’inchiesta “Lande desolate), sarebbe «l’indispensabile longa manus degli associati all’interno dell’amministrazione regionale». Un manager al servizio della “cricca” «per sviluppare e finalizzare sul piano amministrativo le procedure di gara pubbliche nei tempi e nei modi dettati dagli interessi individuali, economici e politici degli associati».

Le complesse attività investigative, delegate inizialmente e principalmente al Reparto Operativo - Sezione Operativa Centrale - del Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale di Roma, sono state condotte attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, con l’acquisizione di consistente documentazione e con l’esecuzione di consulenze tecnico-specialistiche di professionisti incaricati dal Pubblico Ministero per valutare analiticamente le procedure di gara di appalti pubblici e di nomina di posizioni dirigenziali apicali. Le indagini   hanno portato ad ipotizzare la sussistenza di un “gruppo organizzato di soggetti” che, nei rispettivi ruoli politici, amministrativi, istituzionali ed imprenditoriali, si si sarebbero mossi per orientare, a proprio favore, tutte le attività connesse alla realizzazione di opere pubbliche regionali ed all’individuazione di persone da nominare in ruoli amministrativi e strategici.

Gli indagati, di volta in volta, si sarebbero mossi nella principale direzione di individuare e determinare le scelte strategiche di interesse regionale, quindi di mantenere il controllo sulle procedure di aggiudicazione delle principali opere pubbliche e di favorire la realizzazione delle stesse, attraverso il coinvolgimento di imprese ritenute intranee o comunque “sponsorizzate” dagli indagati, oltre che di indirizzare le rilevanti nomine in ruoli amministrativi e istituzionali in capo a soggetti considerati “favorevoli ai desiderata” del gruppo stesso.

 

GLI INDAGATI

Nicola Adamo; Mario Oliverio; Luigi Giuseppe Zinno; Giuseppe Lo Feudo; Pietro Ventura; Rocco Borgia; Antonio Capristo; Giuseppe Trifirò; Mario Occhiuto; Luigi Incarnato; Luca Morrone; Tito Berti Nulli; Santo Marazzita; Pasquale Gidaro; Arturo Veltri; Giulio Marchi; Armando Latini; Giovanni Forciniti; Fortunato Varone; Eugenia Montilla. 

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