L’hanno ribattezzata “Piazza sicura” l’indagine che stamattina ha portato la Dda di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, a disporre il sequestro di piazza Bilotti di Cosenza (LEGGI QUI). Ma quella piazza, secondo gli inquirenti, non era sicura. Il collaudo, infatti sarebbe avvenuto solo qualche giorno dopo l'inaugurazione dello spazio.
L’attività è intervenuta nell’ambito delle investigazioni connesse alla gestione dell’appalto per la “riqualificazione e rifunzionalizzazione ricreativo-culturale di piazza “Carlo Bilotti” e realizzazione di un parcheggio interrato,” – del valore di € 15.755.000 di cui € 11.993.778,35 di finanziamento pubblico ed € 3.761.221,65 a carico del privato imprenditore – e relative alle ipotesi di reato, riguardanti pubblici amministratori, imprenditori, professionisti e pubblici dirigenti, indagati, a vario titolo, per falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, mancanza del certificato di collaudo, e con la previsione, per uno degli indagati, dell’aggravante di avere commesso il fatto per agevolare le attività della cosca “Muto” di Cetraro (art. 416 bis1. C.p.).
Le ipotesi di reato
Le indagini, svolte attraverso attività tecniche d’intercettazione e minuziosa attività di riscontro documentale, hanno permesso di delineare le ipotesi di reati di falso, finalizzati ai finanziamenti per lavori complementari e per il rilascio del certificato di collaudo, di rivelazione di segreto, posta in essere da un pubblico dipendente in relazione ad attività ispettive che dovevano essere avviate sul cantiere, e affidamento e frammentazione di incarichi sotto soglia, in modo da aggirare gli obblighi posti dalla normativa vigente in materia di appalti. E’ emerso che la cerimonia pubblica di inaugurazione di piazza Bilotti, al termine dei lavori di riqualificazione, avvenuta il 17 dicembre 2016 è stata svolta in mancanza del certificato di collaudo, formalmente eseguito dopo, il 30 dicembre 2016.
Dalla ricostruzione investigativa risulta effettuato sulla scorta di un certificato ritenuto ideologicamente falso, nel quale è stata attestata la corretta esecuzione delle opere a fronte di fessure e crateri riscontrate sulle travi portanti della piazza, non ancora effettivamente riparate a quella data. E questo per la necessità di corrispondere alle pressanti richieste dell’amministrazione comunale di Cosenza, legate anche alla volontà di non spostare in altro luogo il concerto di fine anno 2016. Dalla ricostruzione investigativa, risulta, inoltre, il deposito, presso i competenti uffici della Regione Calabria e del Comune di Cosenza, di documentazione attestante prove tecniche nella realtà non ancora effettuate.
I nomi
Tra gli indagati, oltre al sindaco Mario Occhiuto, anche l’imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri a capo dell’impresa che ha realizzato la piazza, l’aviosuperficie di Scalea e l’impianto sciistico di Lorica. Dagli atti risultano indagati anche: Antonio Alvaro, Antonella Angotti, Francesco Converso, Gianluca Guarnaccia, Francesco Stellato, Francesco Tucci, Pasquale Torchia, Paola Tucci, Carlo Pecoraro, Raffaele Ferraro, Carlo Vernetti.
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