Politica, massoneria e 'Ndrangheta, "operazione Scott-Rinascita". Gratteri: "Un sogno che si avvera. Ora la società deve reagire" (VIDEO)

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images Politica, massoneria e 'Ndrangheta, "operazione Scott-Rinascita".  Gratteri: "Un sogno che si avvera. Ora la società deve reagire" (VIDEO)
Nicola Gratteri (la conferenza stampa)
  19 dicembre 2019 14:13

 "Non immaginavo questo livello di permeabilità. La cosa più impressionante è il ruolo che la 'ndrangheta ha avuto nella pubblica amministrazione".

Lo ha detto il procuratore capo Nicola Gratteri durante la conferenza stampa per illustrare i dettagli dell'operazione "Scott-Rinascita"nei confronti di 334 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio, detenzione di armi, traffico di stupefacenti, truffe, turbativa d’asta, traffico di influenze e corruzione (LEGGI QUI)

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"Politici coinvolti, avvocati, commercialisti, funzionari pubblici, cancellieri del Tribunale - ha aggiunto Gratteri -  l'avvocato Pittelli, era a disposizione di Luigi Mancuso  per la vendita di un villaggio nel Vibonese al posto del quale, poi, successivamente,  sarebbe dovuto nascerne un altro nella zona del Soveratese. 

Sono proprio alcuni politici a finire nel mirino delle indagini, come il sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, il leader socialista, Luigi Incarnato (ai domiciliari), l'ex assessore regionale del Pd Pietro Giamborino (ai domiciliari).

Il Gip ha imposto il divieto di dimora in Calabria per l'ex parlamentare ed ex assessore regionale del Pd Nicola Adamo, indagato per traffico di influenze. 

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L’imponente operazione oltre alla Calabria interessa varie regioni d’Italia dove la ‘ndrangheta di Mancuso si è ramificata: Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Sicilia, Puglia, Campania e Basilicata. Alcuni indagati sono stati localizzati e arrestati in Germania, Svizzera e Bulgaria in collaborazione. 
Inoltre sarebbero stati accertati rapporti anche con l'Inghilterra e la massoneria deviata. 

"La storia della Calabria è una e una sola- ha sottolineato il procuratore capo - non vogliamo lasciare ad altri la narrazione. Le mafie votano e fanno votare. Lotteremo fino all'ultimo, non ci rassegneremo". 

Gratteri è visibilmente emozionato alla presentazione dell'operazione, che definisce "un sogno, una rivoluzione che ho ideato dal primo giorno del mio insediamento." E infatti la Procura ci lavora da quasi tre anni, attraverso intercettazioni, pedinamenti, un lavoro lunghissimo contenuto in oltre 13 mila pagine di richiesta di custodia cautelare e oltre 1000 di ordinanza del Giudice delle indagini preliminari. 

"Abbiamo messo in campo i migliori uomini a disposizione", afferma, sottolineando come l'operazione sia stata anticipata rispetto alla sua data iniziale. Il progetto infatti prevede che gli arresti scattino domani, ma un rischio di fuga di notizie fa premere il piede sull'acceleratore: "Dovevamo evitare di avere oltre 300 latitanti".

Soddisfazione ed entusiasmo anche da parte dai vertici dei carabinieri che hanno partecipato alla conferenza stampa. Tra tutti, il Comandante del Ros, Generale di Divisione Pasquale Angelosanto e il Comandante della Legione Carabinieri Calabria, Generale di Brigata Andrea Paterna, capo del Nucleo investigativo di Vibo Valentia, Valerio Palmieri, il generale Luigi Robusto. 

“L’operazione consente di capire e percepire la capacità della criminalità organizzata di occupare qualsiasi attività economica della società. Inoltre si possono ricostruire le dinamiche criminali calabresi, come lo dimostra il fatto della confermata esistenza del ruolo del Crimine di riferimento di un’area. Mancuso era il Crimine. Ci sono tantissimi fatti di reato, gente con 28 capi di imputazione tra estorsione, furti, e infiltrazioni nei settori della pubblica amministrazione come la giustizia o le forze dell’ordine. Questa criminalità era capace di convincere i commercianti a pagare le estorsioni, pena i danneggiamenti che abbiamo ripreso quasi in diretta”.

“La difficoltà, questa volta, è stata determinata dal fatto che siamo ci scontrati con un nemico diverso, capace di conoscere le nostre mosse. Mettevamo le cimici e dopo pochi giorni le scoprivano. Così abbiamo fatto la contromossa: capire da dove arrivavano le informazioni, le soffiate. La certezza è che oggi si scriva una pagina importante nella storia della lotta alla criminalità e nel recupero del senso di Stato". 

 

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