Cartellino Rosso. Iniziano i primi interrogatori: 5 indagati in silenzio davanti al Gip. Si difendono Nisticò e Tomarchio

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images Cartellino Rosso. Iniziano i primi interrogatori: 5 indagati in silenzio davanti al Gip. Si difendono Nisticò e Tomarchio
Il Tribunale di Catanzaro
  27 aprile 2020 15:32

Iniziato il primo giro di interrogatori nell'ambito dell'indagine "Cartellino Rosso",  che la scorsa settimana ha portato alla chiusura indagini nei confronti di 58 persone tra dipendenti e dirigenti dell'Asp e dell'ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Gli interrogatori davanti al Gip riguardano i 15 indagati sottoposti alla misura cautelare della sospensione del lavoro e che devono rispondere delle accuse di truffa ai danni di un ente pubblico e fraudolenta attestazione della presenza in servizio, dovute a presunto assenteismo o allontanamento dal posto di lavoro, avallato dalla multipla strisciatura dei badge per il rilevamento della presenza. (LEGGI QUI).

Dei 7 indagati sottoposti ad interrogatorio oggi, 5 hanno deciso di restare in silenzio di fronte al giudice dell'indagine preliminare Claudio Paris: Tomarchio Rosario: 28 ore di assenza presunta, 440 euro, sei mesi di sospensione; Marcello Ferro (difeso da Saverio Loiero): 237 ore di assenza dal servizio, 2560 euro, un anno di sospensione; Palaia Vitaliano: 47 ore di assenza, 660 euro, sei mesi di sospensione; Ruggiero Alessandro: 177 ore di assenza, 1950 euro, sei mesi di sospensione e difeso dall'avvocato Pietro Pitari; Ciambrone Giuseppe (difeso dall'avvocato Giuseppe Risadelli): 62 ore di assenza, 950 euro, sei di mesi di sospensione;

Due, invece, hanno cercato di difendersi allontanando le accuse mosse nei loro confronti: Carlo Nisticò, dirigente, a cui sono contestate 46 ore di assenza dal lavoro e 2600 euro di retribuzione non dovuta, difeso dall'avvocato Giuseppe Fonte e Rosario Tomarchio, 28 ore di assenza presunta, 440 euro, sei mesi di sospensione e difeso dai legali Aldo Ferraro e Antonella Pagliuso

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L'architetto Nisticò, ha dichiarato il suo l'avvocato Giuseppe Fonte, ha risposto al GIP dichiarando la sua estraneità ai fatti. Il suo ruolo di Dirigente di Struttura Complessa, secondo la normativa vigente nella materia lo esentava da qualsiasi obbligo d'orario in entrata ed in uscita. La sua retribuzione, secondo legge, non veniva corrisposta in base all'orario di lavoro. Ne deriva che, nessuna delle condotte contestate all’architetto Nisticò nel provvedimento di applicazione della misura interdittiva può avere, secondo la difesa, rilevanza penale. 

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I legali di Tomarchio hanno chiesto l'annullamento della misura cautelare in quanto riferita ad episodi datati nel tempo. 

Domani sarà il turno di altri 8 interrogatori (LEGGI QUI). 

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