Caso Catanzaro Servizi. "Disordine sui debiti con la partecipata e bilancio consolidato inficiato": le strigliate nella relazione del Mef

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images Caso Catanzaro Servizi. "Disordine sui debiti con la partecipata e bilancio consolidato inficiato": le strigliate nella relazione del Mef
Palazzo De Nobili
  28 marzo 2020 12:34

di GABRIELE RUBINO

Confusione e poca chiarezza. Uno dei coni d’ombra nel rapporto fra il Comune di Catanzaro e la sua partecipata Catanzaro Servizi è stata da sempre la riconciliazione dei reciproci crediti e debiti. In astratto funziona così: Se l’ente strumentale esegue una prestazione in favore del municipio dal valore di 2, contestualmente deve risultare nel bilancio comunale (controllante) un debito di 2. E viceversa. Il ragionamento teorico che appare così lineare è diventato progressivamente offuscato nella relazione fra il Comune e la sua partecipata. La prova sono i cospicui disallineamenti. Aspetto su cui la relazione ispettiva del Mef (LEGGI QUI l’anteprima di ieri), non ha mancato di mettere il dito nella piaga. “Tale situazione è dimostrativa di disordine e mancato controllo da parte del Comune delle complessive poste debitorie verso la Catanzaro servizi S.p.a. e inficia la validità di quanto riportato nel bilancio consolidato dell’ente”, incalza il dirigente che ha redatto il documento Cesare Carassai. E poi sgancia una bomba: “Tale incoerenza avrebbe dovuto comportare, come possibile conseguenza, cosa mai avvenuta nel caso di specie, l’impossibilità di approvazione del bilancio da parte del Socio unico”.

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L’ispezione del Mef si è concentrata sui prospetti economico-finanziari che vanno dal 2014 al 2018 utilizzando le note informative di accompagnamento ai bilanci. Di seguito la tabella riepilogativa complessiva.

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Analizzando l’esercizio 2014, “a fronte di un disallineamento pari ad euro 982.982,65 risulta contraddittorio con quanto rappresentato nella Determinazione dirigenziale dell’Area Economico-finanziaria n. 4583 del 21.12.2014”, si legge nella relazione. Nell’atto si era adottato il pagamento per 1,1 milioni di euro, però si era anche aggiunto: “risultano giacenti presso il Servizio finanziario determinazioni dirigenziali già liquidate in favore della Società e non ancora pagate per un importo complessivo di euro 3.197.900,85”. Incrociando le note informative, il dirigente dei Servizi Ispettivi di Finanza Pubblica osserva: “la grave incoerenza di detto importo, rispetto a quanto poi asseverato nella successiva nota informativa, che non esentano il Comune dalla poca chiarezza, reiterata anche per gli esercizi successivi, con la quale ha trattato le proprie partite debitorie nei confronti della Società”. Su questo specifico caso il dirigente ha mosso uno specifico rilievo che nelle sue controdeduzioni il Comune dovrà ben spiegare.

La tesi della relazione è che questa condizione di indeterminatezza nel ping pong crediti e debiti reciproci sia una delle conseguenze del peccato originale: l’eccessiva genericità dei “servizi di supporto amministrativo”, previsti nel contrattone del 2015. Servizi prestati della quasi totalità dei dipendenti della Catanzaro servizi (112 su 134), di fatto “somministrati” negli uffici comunali. Il dirigente-ispettore sospetta la “preventiva mancata copertura delle prestazioni rese ed anche a ben vedere della loro congruità”. “E’ la risultante – prosegue- non solo dell’indeterminatezza della prestazione così come regolata dal contratto di servizio ma anche derivazione delle modalità di svolgimento dei servizi alle dirette dipendenze dei Dirigenti competenti che, verosimilmente, hanno disposto di eseguire le attività senza preoccuparsi, in relazione all’interloquire con un soggetto diverso dal Comune, di avere assicurata la copertura finanziaria”. In definitiva, si legge ancora nella relazione: “La mancata azione di conciliazione, emergente dai rilievi documentali ufficiali, delle poste creditorie e debitorie, costituisce illegittimità grave ove si consideri come venga del tutto vanificato uno degli aspetti più importanti del controllo analogo sulle Società in house providing, ovvero quello riferito alla trasparenza e veridicità dei dati attinenti ad aspetti finanziari ed economico patrimoniali dei rapporti in essere”.

Una situazione dunque strutturalmente disallineata. Più volte rilevata dai revisori dei conti comunali e da ultimo messo in rilievo dalla recente delibera della Corte dei Conti sui bilanci comunali dal 2015 al 2017 (LEGGI QUI). E non solo, ad avvertire che i conti potevano presentare potenziali debolezze ci aveva pensato l'associazione I Quartieri con una lettera dell'estate scorsa sugli accertamenti dell'Agenzia delle Entrate sull'Iva. (Continua...)

 

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