Il commissariamento resta in "circostanze eccezionali". La sanità calabrese davanti al bivio

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Medici in corsia

Il nuovo Patto per la Salute presto sbarcherà in Conferenza Stato-Regioni. Il commissariamento sarà rimedio ultimo. In caso di insufficienza dei LEA, ci saranno i piani di potenziamento

  29 novembre 2019 20:58

di GABRIELE RUBINO

La Campania si avvia ad uscire dal commissariamento sanitario. Dopo circa un decennio, il governatore (e commissario) Vincenzo De Luca potrà esibire la medaglia celebrativa di essere riuscito a far camminare senza la protesi governativa la sanità campana. Traguardo lontanissimo per la Calabria, almeno con le vecchie regole. Semmai la Calabria supererà il regime commissariale sarà essenzialmente merito del nuovo Patto per la Salute che il ministro Roberto Speranza e tutte le regioni italiane stanno approntando. Ieri sono stati sciolti gli “ultimi nodi”, ha affermato il titolare del dicastero della Salute. La bozza che sarà esaminata in Commissione, prima dell’approvazione finale della Conferenza Stato-Regioni, cambia le carte in tavola. Il commissariamento sarà un “rimedio ultimo”, la logica economico-finanziaria di rientro dal debito viene resa più simmetrica con la garanzia dei LEA (i livelli essenziali di assistenza), e la dizione “piano di rientro” sarà presto sostituita dai “piani di potenziamento”.

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I PIANI DI POTENZIAMENTO- Si diceva del maggior ricalco sull’assistenza. Nella scheda 2 dell’attuale bozza del Patto, si fa riferimento al Nuovo Sistema di Garanzia, meccanismo che si occuperà del monitoraggio sull’erogazione dei LEA. Con le nuove griglie di rilevazione, però. In più in un controllo annuale che non potrà superare il 31 maggio dell’anno di riferimento. La sufficienza sarà valutata su 3 macro-livelli. Se risultasse la bocciatura in almeno 2 su 3, il Comitato LEA invita la Regione a presentare il “piano intervento di potenziamento dei LEA” entro un mese. Se il piano non viene presentato dalla Regione interviene direttamente il ministero della Salute. In ogni il programma deve essere approvato entro il 30 settembre dell’anno successivo a quello di riferimento. “L’attuazione del piano è obiettivo prioritario del Direttore regionale e dei Direttori generali delle aziende sanitarie e/o ospedaliere interessate in applicazione dell’art. 1, commi 567 e 568 della legge 190 del 2014”. Se invece che 2 sono tutti e 3 i macro-livelli in cui c’è l’insufficienza sui LEA, invece del piano di potenziamento (più soft) la Regione dovrà presentare un più rigoroso “programma operativo di riorganizzazione, di riqualificazione o di potenziamento del Servizio sanitario regionale”.

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FINE DEL COMMISSARIAMENTO IN CALABRIA?- Come detto, il commissariamento rappresenta l’extrema ratio che si attiva in caso di “circostanze eccezionali”. Se restiamo ai presupposti dell’adozione del Decreto speciale voluto dal ministro Giulia Grillo di circa un semestre fa, la Calabria resta sotto l’ala del governo. Se invece dovesse prevalere l’approccio più “aperto” del neo ministro Speranza, c’è qualche spiraglio. E' evidente che resta un margine di discrezionalità "politico". Nel caso sia in atto il commissariamento (come in Calabria) in caso di fuoriuscita si prevede una sorta di regime transitorio. Nella bozza del Patto, si legge del miglioramento dei “percorsi di cessazione dell’esercizio dei poteri commissariali. A tal fine verranno elaborate apposite linee guida adottate di concerto dai Ministeri della Salute e dell’Economia e Finanze da sottoporre all’intesa della Conferenza Stato-Regioni. Tali linee guida dovranno fornire indicazioni operative per la valutazione dei parametri ai fini della cessazione dell’esercizio dei poteri commissariali basati su criteri relativi all’equilibrio di bilancio, l’adempimento del mandato commissariale e la garanzia dei livelli essenziali di assistenza al di sopra della soglia di sufficienza”. In ogni caso i piani di potenziamento dovranno essere con i programmi operativi (i piani di rientro) in essere.

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TETTI DI SPESA SUL PERSONALE- La grande questione sulle assunzioni, scorgendo sempre il Patto per la Salute, sembra suggerire prospettive positive. Per tutte è prevista la possibilità di un graduale aumento (dal 5% del Decreto Calabria) fino ad un massimo del 15% nell’arco del triennio 2020-22. Se si applicherà nel servizio sanitario regionale è tutto da vedere. In questi giorni presso il dipartimento regionale di Tutela della Salute si sta lavorando alla definizione del fabbisogno del personale per ciascuna azienda, seppure verrà licenziato un unico documento. Dopodiché saranno fissati i tetti massimi di spesa finanziari, sui quali vigilerà il sub-commissario Maria Crocco. Anche questo documento dirà quanto la Calabria resti in "circostanze eccezionali", o possa allinearsi alle altre realtà d'Italia.

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