«In questa nostra Italia - sottolinea il presidente f.f. della Regione Calabria - il quadro sociale e politico è davvero drammatico. Purtroppo, decine di migliaia di imprese rischiano di morire inutilmente. Per ore e giorni, abbiamo tentato, purtroppo invano, di convincere l'esecutivo a non chiudere l'Italia. Ma quello che è venuto fuori è una finta vita e una vera morte».
«Penso - aggiunge Spirlì - a tutte quelle categorie di lavoratori che avrebbero trovato ristoro alle proprie fatiche se solo avessimo consentito lo svolgimento delle attività nelle ore più consone a ciascuna professione. Mi chiedo quali esperti abbiano individuato il luogo del contagio nella controllata e rispettosa convivialità. Mi chiedo quali studi abbiano acclarato che i teatri, i luoghi dell'arte e dello sport - che seguono, già dal primo allarme, tutte le indicazioni governative con rispetto e rigore - possano essere una minaccia alla salute pubblica».
«In conferenza Stato-Regioni - conclude il presidente f.f. della giunta regionale - abbiamo chiesto a gran voce di non mortificare gli italiani. Ma per questo governo, probabilmente, il buonsenso è una colpa».
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