Sanità. Non solo i conti in rosso, è allarme anche sui Lea. E quel dopo riunione voluto da Bevere

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Foto di archivio

Nuovi dettagli sull'andamento della riunione del Tavolo di monitoraggio durata due giorni a cui ha fatto seguito l'annuncio delle dimissioni di Cotticelli e Crocco. Al termine il dg del dipartimento ha convocato i dirigenti di settore

  10 ottobre 2020 18:11

di GABRIELE RUBINO

Un bagno di sangue. La riunione in videoconferenza spalmata su due giorni dedicata alla verifica dell'attuazione del piano di rientro da parte dei ministeri che vigilano sulla Sanità calabrese è finita nella serata di ieri, ma ha già la coda. Il commissario Saverio Cotticelli, avvistato arrabbiatissimo all'uscita della Cittadella regionale, al Tgr ha annunciato le dimissioni, assieme a quelle della sua vice Maria Crocco (LEGGI QUI). La formalizzazione del passo indietro dovrebbe avvenire nella giornata di lunedì, quando è stato fissato un incontro al ministero con Roberto Speranza. 

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DATI NON TRASMESSI SUI LEA (CROLLATI SOTTO i 140 PUNTI), MA IL GIUDIZIO E' SOSPESO- L'inquisizione ministeriale ha messo a nudo non solo lo 'scontato' squilibrio sul bilancio 2019, ma anche clamorose falle sui LEA (livelli essenziali di assistenza), che assieme al conto economico sono il principale cruccio del setaccio romano. La Calabria arrivava, nel 2018, dopo anni di inadempienze, da un punteggio 'sufficiente', pari a 162. Nella riunione di ieri è venuto a galla l'incredibile buco (informativo): il valore sarebbe sceso al di sotto dei 140 punti. Questi almeno i dati che risultavano alla controparte ministeriale. Un riduzione talmente clamorosa di fronte alla quale gli stessi burocrati romani erano scettici. Su tutti, la valorizzazione dell'assistenza domiciliare per gli anziani e dei posti letto Hospice (storici problemi, peraltro) risultava troppo al di sotto dell'anno precedente, tanto che è stato ipotizzato che la spiegazione più verosimile fosse stato il difetto di comunicazione delle prestazioni al ministero (da chiarire se da parte delle aziende o della Regione). Uno dei vecchi morbi della sanità calabrese, le prestazioni pur eseguite non sono state trasmesse attraverso i flussi ministeriali. Ad ogni modo, si è deciso di congelare la partita almeno fino alla prossima settimana quando si riunirà il Comitato Lea, che dovrebbe occuparsi del questionario. Dunque, il giudizio è sospeso. 

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IL PROFONDO ROSSO- Crollata la 'certezza' della sufficienza sui LEA, il bilancio non poteva che essere rovinoso. Le bocche restano cucite e nessuno si sbilancia a fornire dati ufficiali. Quello che è certo è che il disavanzo ha superato, di nuovo, le coperture. Pur se nessuno parla restano i numeri della Ragioneria dello Stato che per il conto economico 2019 della sanità calabrese fanno segnare -121,7 milioni (già al netto dei cento milioni di extra aliquote), quindi con un deficit lordo superiore ai 220 milioni (LEGGI QUI L'ANTICIPAZIONE). Togliendo gli 8 milioni della quota sociale del bilancio regionale, il rosso netto dovrebbe attestarsi a circa -114 milioni di euro. Se poi ci saranno delle rettifiche da parte, del Mef in questo caso, lo si scoprirà quando la riunione di ieri sarà verbalizzata nero su bianco.  

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IL DOPO RIUNIONE DEL DG BEVERE CHE HA CHIAMATO A RAPPORTO I DIRIGENTI DI SETTORE- Se Cotticelli e Crocco si sentivano messi sul banco degli imputati, l'umore del direttore generale del dipartimento Tutela della Salute Francesco Bevere non era migliore. L'esordio dell'ex capo dell'Agenas di fronte ai vertici della burocrazia del Mef e del ministero della Salute è stato traumatico. Del resto non poteva che ripresentarsi il fardello del 'pregresso', da cui Bevere vuole prendere le distanze. Al termine della videoconferenza con Roma (svoltasi al quinto piano della Cittadella), c'è stato un supplemento fra lo stesso supermanager e i dirigenti regionali di settore, che avrebbero ottenuto un bonus di 'strigliate', oltre alla raccomandazione di non far trapelare all'esterno quanto accaduto in quelle drammatiche ore di confronto. Più o meno lo stesso eccesso di riservatezza impartito sui nomi dei candidati alla guida di Asp e aziende ospedaliere (tornate di nomina regionale), procedura che entrerà nel vivo nelle prossime settimane ma che non ha brillato per trasparenza. 

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