Unical. Preoccupazione dei lavoratori della mensa del campus. La lettera di Gianfranco Tricanico: "Il nostro futuro in bilico"

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images Unical. Preoccupazione dei lavoratori della mensa del campus. La lettera di Gianfranco Tricanico: "Il nostro futuro in bilico"
Gianfranco Tricanico
  21 maggio 2020 16:39

di GIORGIA RIZZO 

Non diminuisce la preoccupazione dei lavoratori della mensa dell'Università della Calabria, dipendenti della "Cascina Global Service", anche durante la Fase 2, che di fatto non cambia radicalmente la situazione di spopolamento del Campus universitario e quindi la loro condizione lavorativa, al momento in bilico. (LEGGI QUI)

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Parte del personale è ora in cassa integrazione, nell'attesa di poter riprendere a lavorare forse nel prossimo autunno, senza che siano considerate sufficienti le misure messe in campo dal governo. 

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A seguire la lettera aperta scritta da Gianfranco Tricanico, fra i lavoratori della Cascina ora in cassa integrazione.

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"Io e tutti i miei colleghi, dipendenti della "Cascina Global Service" (Azienda che attualmente si occupa della gestione delle mense universitarie), stiamo vivendo una situazione surreale. Certamente tutti stiamo vivendo una situazione difficile, ma noi oltre al danno stiamo subendo anche la "beffa". Essendo inseriti in un contesto di ristorazione collettiva, dal 18 maggio di fatto tutte le aziende della categoria hanno ripreso servizio, seppur con tutte le misure di sicurezza e i disagi che ne conseguono. Noi no! Il nostro Magnifico Rettore per paura dei contagi, pur consapevole che la nostra è Università nata come Campus, dove è prevista la stanzialità degli studenti (con dotazione di alloggio e fruizione del servizio mensa, sia a pranzo che a cena), ha deciso (legittimamente) di tenere chiusa l'Unical fino al 14 giugno, il problema vero però è che prevedibilmente per le scuole e le Università il divieto si protrarrà fino al prossimo autunno. I decreti legge fatti in via straordinaria per tamponare le chiusure per il Covid-19, dove si prevedono gli aiuti temporanei per il "lockdown", presentano un vuoto legislativo. Il rinomato "decreto rilancio" non prevede infatti aiuti, per chi come noi, probabilmente ritornerà a lavorare con la ripresa del nuovo anno accademico. Siamo ancora in attesa di ricevere la cassa integrazione e oltre ad aver perso già una buona fetta di retribuzione abbiamo di fronte una lunga e complessa estate, in bilico tra il morire di fame passivamente o passarla a lottare per evitare di perdere quel posto di lavoro, per noi unica fonte di sostentamento ma anche servizio fondante e indispensabile per gli studenti e i dipendenti del "Campus". Spero che tutte le istituzioni ci diano una mano, che le parti interessate facciano uno sforzo per risolvere il problema con raziocinio, che i dipendenti e gli studenti ci siano vicini, evitiamo a tutti di giocare sulla pelle delle 106 unità lavorative presenti e le loro famiglie. Noi saremo sempre disposti a trattare con chiunque, senza isterismi, gesti o atti inconsulti ma fermamente schierati e pronti a difendere col coltello fra i denti quello che è semplicemente il pane dei nostri figli". 

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