Pride Cosenza, l’Arcigay si dissocia: “Non è stata rispettata la nostra storia”

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  24 giugno 2021 15:28

"Arcigay Cosenza “Eos” riconosce l’importanza di prender parte all’onda pride, che nel mese di giugno investe l’Italia ed il mondo, e nel rivendicare l’importanza storica e politica del pride ha deciso di dissociarsi e non aderire all’evento “Cosenza Pride 2021 – La periferia invade la città”, organizzato da Fem.in attraverso la pagina di Invasione QUEER". E' quanto si legge in una nota del direttivo Arcigay Cosenza “Eos”. "Questa scelta - proseguono - è stata dettata dalla volontà di rispettare la storia del pride e del nostro percorso politico, che nel 2017 assieme al Comitato Cosenza Pride ha dato vita al primo pride della città. Per quanto questa decisione ci riempia di rammarico, le nostre motivazioni son ben precise, ma partiamo dalla ragione che più ci ha feriti: Arcigay Cosenza e le altre realtà LGBTQIA+ del territorio, di fatto, non sono state coinvolte dal comitato organizzativo dell’evento".

"Durante un incontro con la delegazione di Fem.in, - si legge ancora - nella veste di portavoce del comitato organizzativo, Arcigay Cosenza si è detta interessata ed entusiasta nel costruire dei progetti comuni su tematiche condivise con altre realtà cittadine, a patto però che venissero precisate e discusse in sede assembleare alcune istanze. Nonostante l’incontro si sia concluso con spirito collaborativo, la delegazione ha deciso di ignorare suddette istanze lanciando l’evento pochi giorni dopo senza alcun confronto. Inoltre considerando l’utilizzo della parola pride una forma di appropriazione di una lotta politica già esistente e ben definita: se chiunque può utilizzare la parola pride, è bene ricordare che il rispetto verso le battaglie si esprime anche rispettandone le storie. Il pride nasce per rivendicare la propria identità ed il proprio diritto di esistere distruggendo le gabbie dell’oppressione sociale, che hanno determinato abusi e violenze contro i membri della comunità LGBTQIA+ e sebbene con l’approccio intersezionale, riconosciamo che le persone vivano molteplici discriminazioni a causa dell’intersezione di identità multiple, ma un pride, che tale vuole essere, deve mettere al centro le tematiche della comunità LGBTQIA+".

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"Il pride deve necessariamente partire da un confronto con le realtà di territorio - evidenziano - che aderiscono e promuovono i diritti contenuti nella manifestazione, per costruire un dialogo e prendere insieme una posizione a favore di tutte le identità che fanno parte della comunità LGBTQIA+. Non può e non deve essere un confusionario momento di avvio per un’ipotetica discussione futura in cui si sommano tutte le differenze e gli assi di discriminazione, neutralizzandosi in un nulla indistinto. Il pride, dunque rappresenta il compimento di un percorso di costruzione di visioni, con una chiara linea politica rispetto alle tutte le tematiche affrontate. In mancanza di tali presupposti e di un documento in cui sia esplicato in modo chiaro e preciso la posizione assunta sulle tematiche prese in carico dal comitato dell’evento “Cosenza Pride 2021 – La periferia invade la città”, Arcigay Cosenza si prende la responsabilità di dissociarsi in maniera netta. Crediamo che associare queer e pride sia una contraddizione in termini: da un lato il pride rivendica e difende l’esistenza di alcune soggettività specifiche, come le persone omosessuali, lesbiche, trans, intersessuali, asessuali e qualunque altra soggettività presente nello spettro delle identità di genere e degli orientamenti sessuali; dall’altro lato l’uso della parola queer mira a decostruire le identità di genere e gli orientamenti sessuali e non a rivendicarle".

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"Usare un linguaggio corretto e chiaro è essenziale per dare voce ai pensieri che ci autodeterminano e rivendicano le nostre lotte e realtà. Infine, sottolineamo che, non possiamo che essere felici quando a Cosenza dei singoli o delle associazioni organizzano delle manifestazioni in tutela dei diritti e ci riempie di gioia sapere che tante altre realtà manifestino la volontà di lottare per i diritti della comunità LGBTQIA+, ma in assenza di reali percorsi di confronto con le realtà territoriali e nello specifico con quelle che da sempre sono attive e riconosciute circa tali tematiche e battaglie, non possiamo non prendere una posizione netta, dissociandoci e non aderendo all’evento".

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