L'ex ministro dell'Interno ed attuale sindaco di Forza Italia di Imperia Claudio Scajola "non poteva non sapere, anzi, era a perfetta conoscenza dello stato di ricercato dell'ex parlamentare Amedeo Matacena, dopo la condanna definitiva della Corte di Cassazione per concorso esterno in associazione mafiosa". A dirlo il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo che stamani, nell'aula bunker di Reggio, ha iniziato la requisitoria nel processo 'Breakfast', dov'è imputato, tra gli altri, anche Scajola, accusato di procurata inosservanza della pena per il presunto tentativo di favorire la latitanza di Matacena. Lombardo ha insistito nell'indicare al Tribunale "la presenza di una rese strutturata a protezione di Matacena, in cui tutti i protagonisti della vicenda avevano un ruolo preciso da assolvere. Scajola ha fornito un contributo importante a Matacena per sottrarsi alla legge in perfetta consapevolezza".
- "Il rapporto tra i coniugi Matacena e Scajola - ha detto ancora il pm Lombardo - va ben oltre l'amicizia, e le intercettazioni lo confermano con chiarezza. Così come il tentativo di Matacena di raggiungere il Libano, e successivamente Dubai, per non essere estradato".
Scajola, presente in aula, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. Con lui sono imputati Chiara Rizzo, ex moglie di Matacena, l'uomo d'affari Bruno Mafrici, il collaboratore dello stesso Matacena Martino Politi, la madre dell'ex parlamentare latitante, Raffaella De Carolis, e Maria Grazia Fiordelisi, collaboratrice della famiglia Matacena.
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