Processo Xenia, in aula i funzionari della prefettura che avevano "assolto" Lucano

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Mimmo Lucano
  11 settembre 2019 22:55

di EDOARDO CORASANITI

Giornata cruciale al processo nei confronti di Domenico Lucano, l'ex sindaco di Riace coinvolto, insieme ad altre 26 persone, nell’ambito dell’inchiesta “Xenia” su presunte irregolarità nella gestione dei progetti di accoglienza dei migranti nel Comune riacese.
A testimoniare ci sono Giovanna Frustaci e Francesca Marazzita, della prefettura di Reggio Calabria, chiamati al Tribunale di Locri dalla Procura della Repubblica.
Frustaci ha evidenziato che il Cas (Centro accoglienza straordinaria) di Riace aveva, di fatto, un numero di ospiti benificari inferiore rispetto a quello che era la reale presenza e bisogno. A quanto pare, sembrerebbe che il Comune riuscisse a gestire la struttura nonostante una evidente carenza economica.
Criticità e disattenzioni sono state rilevate, ma a sfavore dei gestori: è stato notato che in alcune occasioni i gestori chiedevano il rimborso per 30 giorni invece che per 31. Di fatto, mancano all'appello dei fondi che il Comune non ha mai ricevuto.

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Subito dopo è stato il turno di Marazzita, anche lui funzionario della prefettura di Reggio Calabria. Interrogato anche dal presidente del Collegio Fulvio Accurso, Marazzita ha riferito sulla relazione ispettiva che elogiava espressamente il modello Riace del sindaco Lucano, difeso da Andrea Dacqua e Antonio Mazzone.

E alla domanda sul perché uno dei dirigenti sia stato trasferito, la risposta è stata che sembrerebbe che la relazione avesse fatto storcere il muso a qualcuno.

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SI torna in aula il 24 settembre, per sentire il colonnello Sportello.

 

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