di MASSIMO PINNA
Invasione si annunciava (LEGGI QUI) ed invasione è stata. Reggio Calabria stamattina è stata letteralmente invasa da una pacifica, quanto sonora, manifestazione dei carri funebri calabresi.
La Cosfit di Rocco Caliò, assieme praticamente a tutte le imprese funerarie calabresi, stanno inscenando davanti all’Astronave, sede del consiglio regionale,come anche in molte zone della città metropolitana, un vero e proprio funerale, laddove per loro “la politica calabrese, i nostri consiglieri stanno uccidendo con il loro menefreghismo il settore funebre calabrese”.
Sono stufi, dopo l’ennesimo rinvio del consiglio regionale di oggi, che veniva da un altro rinvio della pratica del 22 ottobre scorso. Un nuovo rinvio dettato dall’agenda politica ormai elettorale che vede oggi Pd e cespugli vari correre a Roma per districarsi nella vicenda elettorale ormai alle porte, con il risultato dell’Umbria, e il braccio di ferro tra il commissario regionale del Pd Graziano e il presidente uscente che si vuole ricandidare, Mario Oliverio. Questo ennesimo rinvio, ha provocato oggi questa clamorosa protesta, che come annunciato prosegue ad oltranza, e certamente replicherà il 5 novembre, quando si dovrebbe tenere la nuova assise regionale.
Le imprese funebri denunciano questo trattamento “intollerabile, che lascia il nostro settore ancora una volta senza regole”. Ed ancora, “dove siete? Non fate altro che pensare sempre e solo ai vostri interessi”, affermazioni gravi, pesanti, che danno il senso di come la loro pazienza sia arrivata al limite, se non superato. “Avete approvato una legge lo scorso anno, poi l’avete abrogata in un batter d’occhio, adesso l’avete riportata in consiglio, la n.439, ed oggi che fate? Ci prendere in giro con i vostri rinvii? Volete ricattarci? Non avete capito che questa volta avete superato il limite della decenza, staremo qui fino ad approvazione della legge, i cittadini calabresi meritano norme di civiltà per il settore funerario”.
Carri e musiche funebri, con tanto di feretri nell’auto, cori, proteste, sempre in modo ordinato, ma che danno la misura di questa protesta che non può rimanere senza risposte a lungo. “Grazie politica calabrese, hai ucciso la nostra dignità!”
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