Quella lunga scia di sangue che da decenni imbratta la Statale 106: 9 vite spezzate in 9 mesi

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images Quella lunga scia di sangue che da decenni imbratta la Statale 106: 9 vite spezzate in 9 mesi
Knut Alsaker
  17 settembre 2019 18:21

di TERESA ALOI

Amava il Sud Italia ma soprattutto amava la Calabria.   Alsaker Knut, 74 anni, norvegese,  deceduto stamattina in un tratto del vecchio tracciato della Statale 106, non ancora oggetto di ristrutturazione, poco distante dal centro abitato di Brancaleone, ripropone e amplia la lunga scia di sangue che da decenni imbratta la famigerata strada non a caso ribattezzata “strada della morte”.

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Un elenco listato a lutto e che, dall’inizio dell’anno, ha già raggiunto quota nove.

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Era il 22 gennaio scorso quando Angelova Tatyana Prvanova, 64 anni,  di origine bulgara, camminava ai margini della strada statale 106 nel territorio di Corigliano Rossano. Falciata in pieno da una Peugeot che attraversava   quel tratto buio e pericoloso.

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 Vincenzo Mangione, di anni ne aveva 58 ed era originario di Gravina in Puglia. Coinvolto il 16 marzo,  in un incidente stradale sulla Statale 106 jonica all'altezza di Strongoli, in provincia di Crotone, morì nell'ospedale di Crotone dove era ricoverato e dove aveva lottato per non morire per lunghi dieci giorni. 

Neppure dieci giorni  dopo – è il 25 marzo 2019 – Giovanni Cusato, 91 anni,  residente a Soveria Simeri era a Simeri Crichi. Secondo i rilievi effettuati dai carabinieri  l’anziano alla guida di una Fiat 500   viaggiava in direzione Catanzaro quando, nel tentare di effettuare una inversione di marcia, viene centrato in pieno da un’autovettura.

Lutti, tanti. Di mese in mese. 

Vincenzo Porporino 21 anni, aveva una vita davanti e tanti sogni ancora da realizzare. Spezzati, il 4 aprile a Roccella Jonica, in provincia di Reggio Calabria.   Il giovane era alla guida del suo scooter 125 quando all'improvviso, forse per il manto stradale reso viscido dalla pioggia, perde il controllo del mezzo andando a sbattere violentemente contro il muro di un'abitazione posta a ridosso della carreggiata.

Vincenzo Perna, conosciuto da tutti come Cecè,   aveva 41 anni. Il 2 luglio a Crotone, all’altezza  della Pertusola, il terribile scontro tra un auto e lo scooter sul quale Vincenzo viaggiava con il figlio dodicenne. L’orologio segnava 5 minuti dopo la mezzanotte.  

Estate di sangue sulle strade calabresi.

Il 13 agosto 2019 a Trebisacce, provincia di Cosenza,  in località Pigna Grande  nei pressi dello stadio Amerise, il tragico impatto tra un Suv e una vettura.  Julian Iliescu, 48 anni, di nazionalità rumena a bordo del Suv sul quale viaggiava, secondo i primi rilievi,  sbanda  travolgendo un’Alfa 146 in cui si trovava una famiglia di quattro persone, tra cui due bambini  rimaste ferite ma fortunatamente non in gravi condizioni.

Da Trebisacce a Condofuri. E' il 7 settembre. Domenico Spinella aveva solo 24 anni. Lì, su quel maledetto asfalto, all’ingresso del paese, in provincia di Reggio Calabria, in direzione sud,  lascia sogni e belle speranze.  Anche questa volta uno scontro frontale.

Passa poco più di una settimana. Antonio Cerullo aveva la stessa età di Domenico, 24 anni.  Il giovane  era alla guida di una moto quando, per cause in corso di accertamento,  urta un furgone. Sulla variante della strada statale 106, nel territorio di Catanzaro,  lascia la sua giovane vita gettando nello sconforto la moglie e il figlioletto. 

E allora come non chiamarla "strada della morte"? L'impegno a tutto tondo dell'Associazione "Basta vittime della 106", presieduta da Fabio Pugliese, rappresenta un faro. Una battaglia continua per l'ammodernamento dell'arteria che taglia la Calabria da una parte all'altra. Perché una mamma non debba più piangere un figlio, una moglie un marito.  Perché quella lista non debba essere più aggiornata.

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