di TERESA ALOI
Quell'aquila tatuata a ricordarle che Davide volava in alto. Sopra tutti e tutto. Con quella incontenibile voglia di vivere di un ragazzo della sua età.
Oggi, esattamente dopo 5 mesi, Davide Ferrerio, il giovane bolognese ridotto in fin di vita dopo la brutale aggressione subita lo scorso 11 agosto per un clamoroso errore di persona, a Crotone, è in un letto di ospedale tenuto in vita dai macchinari.
Impossibile rassegnarsi, impossibile. Quello della mamma, Giusy Orlando, non è un vivere ma un sopravvivere. Guarda il corpo del suo Davide e non si dà pace. Non è naturale che una mamma sopravviva ad un figlio.
"Davide è stato ucciso quella sera. Non un tentato omicidio, ma un omicidio consumato. Davide non è vivo. In quello letto c'è solo un corpo. E' dimagrito 15 chili. E' solo pelle e ossa. Me lo hanno ridotto così senza un motivo. Di lui - racconta Giusy Orlando - non è rimasto nulla di Davide. Solo il suo meraviglioso viso".
Davide a Crotone non conosceva nessuno. "Tranne due amici. Quella sera non doveva essere lì. Gli è stata tolta la vita così senza sapere chi fosse Davide. Il giorno prima si era andato a tagliare i capelli perché doveva avere sempre la testa apposto e ora la sua testa è stata massacrata" .
Chiede giustizia, Giusy Orlando: "Una giustizia severa e certa perché Davide è una vittima innocente. Davide doveva continuare la sua giovane vita. Aveva tanti progetti".
Uno su tutti: continuare a vivere. E a volare come quell'aquila tatuata.
L'INDAGINE
Intanto la procura di Crotone ha chiesto il rinvio a giudizio dei tre imputati nell’inchiesta sul pestaggio.
Il pm Pasquale Festa ha chiesto il processo per Nicolò Passalacqua, il 22enne accusato di tentato omicidio per aver picchiato Davide, scambiato per un’altra persona, nell’intento di “dare una lezione” allo spasimante di una sua amica 17enne che era stata contattata sui social da uno sconosciuto.
Chiesto il giudizio, per concorso anomalo in tentato omicidio, anche della madre della ragazza, per la quale l’accusa ipotizza un ruolo attivo nell’organizzazione della spedizione punitiva, sia per un cittadino di origine romena Andrej Gaju, di 34 anni, che, secondo l’accusa, avrebbe partecipato attivamente alla spedizione. Nelle scorse settimane, la Procura per i minorenni di Catanzaro aveva disposto il giudizio immediato per la ragazza, da poco maggiorenne, che ha scelto di essere giudicata con il rito abbreviato. Anche lei è accusata di concorso anomalo.
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