Rapporto Bankitalia. "Frenata" per l'economia calabrese nella prima parte del 2019: cala l'occupazione

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Rapporto Bankitalia. Da sinistra Sergio Magarelli, Giuseppe Albanese, Antonio Covelli e Iconio Garrì
  19 novembre 2019 13:05

di GABRIELE RUBINO

L’economia calabrese è in rallentamento. Il clima di fiducia, nazionale e internazionale, fiacca il già lento recupero del Mezzogiorno e quindi quello calabrese. È quanto emerge dal report di Bankitalia, presentato oggi a Catanzaro. Un flash congiunturale sulla prima parte del 2019, segna dunque una “frenata” che conferma il sentiment negativo degli ultimi mesi del 2018.

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“Il rallentamento diffuso ha pesato su tutto il Mezzogiorno”, ha spiegato il direttore Sergio Magarelli. L’unica nota non negativa è che “sono quasi del tutto assenti previsioni di un ulteriore peggioramento” per il prosieguo dell’anno. Magarelli ha ricordato l’handicap di partenza: “Il Pil del Mezzogiorno deve recuperare ancora 10 punti percentuali rispetto ai livelli della crisi del 2007, mentre il Nord circa il 3%”. Se calato il Calabria, quel 10% del Pil significano circa “3 miliardi euro”. A preoccupare c’è la grande questione della demografia, il cui calo nei prossimi anni potrebbe portare alla devastazione di ogni speranza di ripresa strutturata. Per Magarelli questo, associato all’emigrazione dei giovani (in numero e qualità) e a quelli che restano inoccupati, è come non utilizzare “una miniera d’oro”. Capitale umano che viene disperso. Infine, il cenno a “due grandi questioni: quella meridionale e quella criminale” che contagiano il tessuto economico e sociale della Calabria.

IMPRESE, CROLLO DELL'EXPORT MENTRE RESISTE IL TURISMO- Sulle imprese pesa, inevitabilmente, il rallentamento del settore dei servizi, che in Calabria pesa circa l’80%. L’industria è il segmento che si è comportato meglio, con una “moderata crescita”. Tuttavia, nella presentazione curata da Antonio Covelli, gli investimenti hanno continuato a ristagnare. Pur avendo liquidità le aziende hanno difficoltà nel trovare canali di impiego. Nel primo semestre dell’anno, stando agli ultimi dati Istat, le esportazioni sono in fortissima contrazione (del 25% su base tendenziale). Si è così interrotto il trend di forte crescita che andava avanti da quattro anni. Resiste ancora il turismo, per cui sono aumentate le presenze nazionali ed internazionali. Un piccolo sussulto si è registrato per il porto di Gioia Tauro: dopo il calo del primo trimestre, la movimentazione di container è aumenta su base tendenziale del 3,6%. Il mercato delle costruzioni è singhiozzante, per di più l’aumento della programmazione di opere pubbliche degli enti territoriali non si è tradotto in un incremento di investimenti di capitali.

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MERCATO DEL LAVORO, CALA L'OCCUPAZIONE- Passando alle famiglie, tema curato da Giuseppe Albanese, anche qui la congiuntura è debole. Nel primo trimestre c’è stata una riduzione dell’1,1 per cento dell’occupazione. Il tasso di occupazione (15-64 anni) si è attestato al 40,1% (contro il 40,8% dello stesso periodo del 2018) mentre il tasso di disoccupazione è arrivato al 22,7%. Nel dettaglio del mercato del lavoro peggio è andata ai lavoratori autonomi rispetto ai dipendenti. Le notizie non positive sul fronte dell’occupazione si riflettono anche sui consumi. Albanese ha precisato che è “ancora presto per valutare gli effetti del Reddito di Cittadinanza”, ma sicuramente avrà un forte impatto considerando che, secondo alcune stime, è stato percepito da “circa l’8% delle famiglie calabresi”.

MERCATO DEL CREDITO, PIU' PRESTITI ALLE FAMIGLIE E MENO ALLE IMPRESE- Rallentamento anche nell’area “finanziaria” del rapporto Bankitalia. In generale, ha spiegato Iconio Garrì, sono aumentati i prestiti alle famiglie mentre si sono ridotti quelli alle imprese. Più nel dettaglio, il mercato creditizio è piuttosto sottotono: le imprese preferiscono far ricorso all’auto-finanziamento, per le famiglie aumenta il ricorso al credito al consumo ma c’è una contrazione dei mutui. Questa “stretta” ha comunque portato pulizia all’interno delle banche e degli istituti di credito, essendo ancora sceso il tasso dei crediti deteriorati.

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