"Con i tagli all’agroalimentare e per la crescita sostenibile, si può fermare la decisa svolta verso la rivoluzione verde in atto nel Paese, che rappresenta l’obiettivo degli stessi fondi comunitari".
E’ quanto denuncia la Coldiretti nel sottolineare che la nuova versione del Recovery Plan condiziona le possibilità di rilancio dell’Italia, in controtendenza alla destinazione green dei fondi europei.
"Vengono infatti tolte incomprensibilmente risorse per la crescita sostenibile, dalle filiere produttive alle foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, dagli invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua alla chimica verde e alle bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici. L’Italia - dicono - rischia così di essere l’unico Paese dell’Unione Europea a non valorizzare nei progetti il proprio potenziale agricolo ed alimentare, che rappresenta una realtà di primato a livello europeo ed internazionale".
“Non è accettabile – afferma il Presidente di Coldiretti Calabria Franco Aceto- questo cambio di strategia in un momento in cui proprio l’emergenza globale in atto, ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza sempre più richieste".
"Ora più che mai è necessario investire - afferma - per superare le fragilità presenti anche nella nostra regione, difendere la sovranità alimentare italiana, ridurre la dipendenza dall’estero, incentivando l’agricoltura di qualità investendo nelle infrastrutture e sostenendo le imprese in difficoltà, per valorizzare appieno le grandi produzioni locali".
"Anche al nostro territorio serve un cambio di passo dopo quanto vissuto in questi mesi: l’agricoltura e la pesca sono storicamente settori a maggiore resilienza, che, anche in tempo di pandemia, non si sono mai fermati per continuare a garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione, ma è fondamentale sostenere il più possibile il lavoro delle nostre imprese e con loro, l’economia e l’occupazione regionale come dimostra l’aumento di nascite di nuove imprese agricole under 35 negli ultimi 5 anni - conclude - in netta controtendenza rispetto agli altri settori che può essere consolidato con attività direttamente collegate all’agroalimentare".
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