Reggio Calabria. Le intercettazioni che inchiodano Morabito e D'Anna nell'incendio del tabacchino: "Gli diamo fuoco"

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images Reggio Calabria. Le intercettazioni che inchiodano Morabito e D'Anna nell'incendio del tabacchino: "Gli diamo fuoco"


  31 maggio 2021 16:37

"Ho guardato stamattina, là al tabacchino… praticamente ha una porta… sotto ha il battiscopa. Quindi, pure che io apro, noi non possiamo… un pochettino la porta e basta, non passa dentro la benzina". "Non passa il liquido… noi possiamo… o sopra la serranda… gli diamo fuoco". E ancora: "Cambiagli la targa, al motorino, togli il portapacchi, compra due adesivi… tanto poi di là devi andare subito a casa". "Avevo un'adrenalina, ma avete visto? Qualcosa? Si vede qualcosa? Poco".

Non c'è solo il video che inchioda Antonio Morabito, detto Totò, e Riccardo D'Anna, accusati di avere incendiato la tabaccheria a Ravagnese con lo scopo di convincere il titolare a vendere l'esercizio commerciale. Nell'ordinanza di custodia cautelare ci sono anche diverse intercettazioni, registrate dai carabinieri, in cui gli indagati di fatto confessano la tentata estorsione.

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La vicenda "rappresenta la plastica dimostrazione della protervia mafiosa che non ammette forme di opposizione, che pretende e reagisce, specie con violenza, per sbaragliare la concorrenza e assicurarsi illecitamente fette di mercato che assume essere proprie 'di diritto'".

Lo scrive il gip Giovanna Sergi nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e dei sostituti della Dda Walter Ignazitto e Nicola De Caria. "Il danneggiamento a mezzo incendio della tabaccheria - scrive ancora il gip - rappresentava lo strumento attraverso il quale i due indagati provavano a sottomettere la volontà della parte offesa, al fine di convincerla a retrocedere dai propri intendimenti con la vendita al Morabito dell'esercizio commerciale". Nel fascicolo dell'operazione "La fabbrica dei cornetti" sono finiti i verbali di diversi collaboratori di giustizia che hanno indicato Totò Morabito come un esponente di 'ndrangheta vicino alle cosche di Archi: "Era stato mandato da Peppe De Stefano nei locali dei Ficara. - ha dichiarato il pentito Daniele Filocamo - In assenza dei Ficara comandava lui". "Lui non aveva bisogno di essere battezzato come ndranghetista in quanto il suo e` un livello di 'ndrangheta molto elevato". Sono le parole del collaboratore Pino Liuzzo secondo cui Totò Morabito "è il braccio destro di Pino Ficara e, quindi, riconducibile alla cosca Ficara-Latella".


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