«Non c'entro nulla con mio cugino Luigi Aiello, peraltro morto 5 anni fa. Con lui non avevo alcun rapporto e ho fatto tutta la mia vita all'università, prima da studente, poi da professore».
Lo afferma Francesco Aiello, candidato alla presidenza della Regione Calabria con l’alleanza civica del Movimento 5 Stelle, che commenta l’articolo del Fatto Quotidiano, apparso oggi, in cui è riportata la notizia dei trascorsi del cugino, Luigi Aiello. (LEGGI QUI)
«Peppino Impastato – rammenta Aiello – era figlio di un mafioso e nipote di un mafioso, ma non era mafioso». «Ieri sera – racconta Aiello – al Fatto Quotidiano avevo già precisato che con mio cugino non avevo alcuna frequentazione. Io sono Francesco Aiello, punto».
«Nella mia vita – prosegue Aiello – ho sempre frequentato colleghi, studenti, dottorandi, magistrati, giornalisti, impegnandomi per la legalità e per la formazione delle nuove generazioni. Nessuno mi ha mai visto con la coppola, con santini bruciati e altri segni del genere. Fare questi accostamenti è un fatto grave, soprattutto sotto elezioni. Ed è lecito chiedersi a vantaggio di chi o di che cosa. Così – conclude Aiello – si ferisce la democrazia, la libertà e la dignità individuale. Tuttavia, ho spalle robuste e anche stavolta non mollo: vado avanti, sicuro di essere sulla strada giusta per contribuire a liberare la Calabria dal malaffare».
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