di ENZO COSENTINO
Non era pensabile che Luigi De Magistris, candidato alla presidenza della Regione in nome di un civismo più vero - come sostiene -, cioè senza addentellati con il vecchio sistema politico, accettasse l’offerta del candidato del centrosinistra, Nicola Irto, ad entrare nella coalizione. Il sindaco di Napoli, nella idea dell’esponente del Pd, avrebbe dovuto mettere nel cassetto, almeno sino a “fatti nuovi”, le aspirazioni di governare la Calabria. Una eventualità, che avrebbe messo a repentaglio il patto siglato con Carlo Tansi. Patto che al leader di “Tesoro Calabria” è costato un vero passo indietro, cioè il ritiro della sua candidatura presidenziale.
De Magistris e Tansi vanno, dunque, avanti sulla loro strada. E - sostengono - fortemente motivati da sogni di gloria. Ovviamente - dicono - in nome e per conto dei calabresi. Il gran rifiuto di De Magistris alle avances dem è un colpo per la squadra del centrosinistra. Tradotto in previsioni di voto, sicuramente, tende a ridurre il suo perimetro elettorale.
Ad oggi lo scenario ipotetico, ma assai vicino alla possibile realtà del risultato finale della competizione, vede come attore principale il centrodestra come il primo schieramento. Cioè il vincitore anche delle prossime elezioni, come lo è stato nella passata consultazione con il successo di Jole Santelli. Nella sua connotazione di schieramento compatto, senza rischi di accordi del tipo “pezze da rammendo”. Situazione, dunque, completamente diversa da quella che - almeno al momento - si vive nel centrosinistra. Centrosinistra che, tuttavia- ed è giusto che lo faccia nella misura in cui però lo crede convintamente -, sostiene di poter vincere.
"Ci batteremo – ha sostenuto il commissario regionale dei dem, Stefano Graziano- con tutte le nostre forze per sconfiggere il centrodestra e il populismo". Sarebbe interessante conoscere il punto di vista del Pd, se anche la coalizione di de Magistris-Tansi può essere etichettata populista.
Intanto c’è grande attesa di nuovi segnali che potrebbero arrivare nelle prossime ore dal Movimento 5Stelle sul “licenziamento in tronco” dei senatori e deputati calabresi che hanno votato “no” al Governo Draghi. E’ un gruppo che rappresenta un bel pacchetto di voti. Dove andranno a finire? Ma, soprattutto, il Movimento dove e come si collocherà nello scacchiere politico calabrese? Sarà accolto nel seno del centrosinistra - secondo le intenzioni del Pd - o sarà ripudiato?
E veniamo al centrodestra: Un segnale per dimostrare quanto sia unito e coeso lo ha dato ieri con una dichiarazione dell’on. Domenico Furgiuele (Lega Calabria) - “noi ci siamo” - favorevole alla candidatura proposta da FI: Roberto Occhiuto. Un primo semaforo verde, quello azionato dalla Lega, che spiana la strada al candidato di FI. La partita della definitiva scelta del candidato presidente, comunque, si giocherà al tavolo romano. Sorprese non ve ne dovrebbero essere, anche se, in politica, fino all’ultimo istante che precede una decisione “mai dire mai: è una costante del suo modo di essere.
Tante e diverse le situazioni che in questo tempo di Quaresima pungono all’interno di tutti gli schieramenti, anche perché superato lo scoglio delle candidature presidenziali ora dovranno mettere mano alla composizione delle liste. E soprattutto dei programmi da presentare ai calabresi. Programmi che, se non devono solo essere proclami, non è facile redigere specialmente nella parte che interessa le soluzioni che si intendono dare per i problemi più dolorosi (è proprio il caso di definirli tali): dalla salute all’economia, al lavoro, al turismo.
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